(Bruxelles) “Mettersi in ascolto della società” per “modellare risposte ai bisogni reali delle persone” e “costruire una democrazia partecipativa, progettando insieme il futuro”. Sono due passaggi per una “politica alta”, come quella interpretata e vissuta da don Luigi Sturzo, sottolineati da David Sassoli, presidente dell’Europarlamento, intervenuto ieri sera a un convegno a Bruxelles sul tema “Sturzo e l’idea di Europa”. L’iniziativa, promossa dall’eurodeputata Patrizia Toia, ha portato nella sede del Parlamento Ue la figura del sacerdote siciliano (1871-1959), fondatore del Partito popolare, che nel 1919 diffuse l’appello “Ai liberi e forti”. In chiusura del centenario dell’appello, dunque, l’iniziativa intendeva riprendere, anche in chiave di attualità, la testimonianza e il pensiero sturziano, collocandolo nello scenario europeo e internazionale. Al convegno sono intervenuti Silvia Costa (già europarlamentare), Nicola Antonetti (storico dell’Università di Parma e presidente dell’Istituto Sturzo di Roma), Jean-Dominique Durand (storico dell’Università di Lione ed editorialista del Sir), Victoria Martinez de la Torre (giornalista, autrice di un volume sui “padri dell’Europa”. Numerosi gli argomenti affrontati, a partire dalla biografia di Sturzo: l’impegno per il riscatto della sua terra siciliana, il valore delle autonomie locali entro l’unità statuale, la lotta alla mafia, il pacifismo, il sostegno alla Società delle Nazioni, l’intransigente opposizione al fascismo che, dopo essere stato animatore del Partito popolare, lo porterà per oltre vent’anni all’esilio.
Proprio in esilio, fra Londra, Parigi, Stati Uniti, Sturzo creerà legami con pensatori e politici che amplieranno il suo sguardo internazionale, giungendo a porre l’accento sul ruolo centrale del Mediterraneo e sulla necessità degli “Stati Uniti d’Europa”. In tal senso Antonetti ha definito Sturzo “un vero homo europeus”: “Il fondatore del Partito popolare non può essere considerato” per ragioni storiche “un ‘padre fondatore’ dell’Unione europea, ma certamente il suo contributo al pensiero politico ne fa un uomo europeo” e un precursore del processo di integrazione comunitaria. Dal canto suo, Durand ha ricostruito in particolare “il tempo dell’esilio, durante il quale don Sturzo incontra l’Europa”, attraverso amicizie (Maritain, Mounier, Bernanos, Bidault…), condivisione di pensiero politico, battaglie culturali (con articoli apparsi sulla stampa di mezza Europa) su nazi-fascismo, guerra di Spagna, guerra d’Etiopia, ricostruzione post bellica. Il messaggio complessivo emerso dal convegno è quello di una “eredità” che indica alcuni punti fermi: la pace come bene essenziale, l’impegno dei cristiani – “evitando ogni clericalismo” – nella realtà sociale e politica, la costruzione di un’Europa democratica e aperta al contributo dei cittadini, il “popolarismo” come antidoto al populismo e ai nazionalismi di ieri e di oggi.