Clima: Verona, manifestazione dei coltivatori per chiedere più attenzione. Coldiretti, “nel 2019 i danni sono stati pari ad un miliardo”

I coltivatori sono arrivati in migliaia questa mattina davanti ai cancelli della Fieragricola di Verona (che oggi apre i battenti). Tutti per chiedere più attenzione nei confronti di un comparto che continua ad essere tartassato dagli effetti dei cambiamenti climatici (oltre che dai mercati). “Dopo mucca pazza, aviaria e xylella – ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in piazza tra striscioni e cartelli di protesta -, i nuovi killer dei campi sono arrivati in Italia per i cambiamenti climatici e per i ritardi nella lotta, prevenzione e nei controlli da parte della Unione europea”.
Stando ai conti fatti da Coldiretti, i risultati del clima che cambia hanno già determinato danni per un miliardo di euro solo nel 2019. Impatto pesante anche sull’occupazione con una perdita stimata di oltre mezzo milione di giornate di lavoro nel corso dello scorso anno secondo elaborazioni Coldiretti su dati Cso (Centro servizi ortofrutticoli).
“Sono sempre di più – è stato spiegato -, le specie aliene che distruggono i raccolti, favorite dai cambiamenti climatici evidenti in un inverno caldo anche nei giorni della merla che smentiscono addirittura la tradizione di essere i più freddi dell’anno con lo smog nelle città e danni nelle campagne”.
“Con il cambiamento climatico sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione europea con frontiere colabrodo – ha sottolineato Prandini – che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni. Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario sia nazionale”.
Da qui la richiesta di “avvio di una apposita task force” ma anche – nonostante l’integrazione del fondo di solidarietà con 80 milioni – di ulteriori fondi per “adeguare le risorse ai danni che si sono verificati con un piano pluriannuale per sostenere le imprese agricole”.

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