Con la processione della “luminaria” e la preghiera dei primi vespri solenni, a Perugia, oggi pomeriggio, sono iniziate le celebrazioni in onore del santo patrono Costanzo, vescovo e martire. San Costanzo “ancora oggi, ci invita alla condivisione e alla serietà di vita, perché si possa crescere nella pace e nel progresso civile”, ha osservato il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, nell’omelia dei vespri, rivolgendosi alle autorità civili e religiose e ai numerosi fedeli che gremivano la basilica intitolata al patrono.
“Al presente, certo, non mancano le difficoltà – ha affermato il cardinale –. Non sfugge a nessuno la precarietà del vivere per molti concittadini. La crisi economica, dalle caratteristiche planetarie, non ha risparmiato la nostra terra. Da anni si sono acutizzate alcune situazioni di malessere: la scarsità del lavoro, soprattutto per i giovani; i problemi all’interno delle famiglie; l’invecchiamento della popolazione, con i problemi che ne conseguono”.
“Come comunità ecclesiale – ha ricordato il card. Bassetti – siamo stati sempre vicino a chi soffre, ai bisogni della gente. La Caritas ha organizzato servizi di prima necessità ben diffusi sul territorio, con grande attenzione per i disagi sociali ed economici. Ma siamo stati vicini soprattutto con la presenza vivificante in tante realtà sociali e comunitarie. Fede e carità sono sinonimi, favoriscono la dignità umana e salvaguardano la convivenza”.
L’arcivescovo ha anche evidenziato: “Nel nostro orizzonte, anche ecclesiale, se ci sono motivi di preoccupazione, ci sono anche tanti segni di speranza. Vi sono tante fiammelle vive, come quelle che ci hanno accompagnato stasera lungo il nostro peregrinare, che infondono calore e gioia e, soprattutto, rischiarano la nostra strada per indicarci un futuro migliore”. Per il porporato, “uno dei motivi per cui ringraziare Dio sono i giovani che si avvicinano alla Chiesa, che vivono quotidianamente l’esperienza delle parrocchie o dei gruppi ecclesiali, impegnati sui fronti della testimonianza evangelica e della carità. Ho negli occhi e nel cuore i visi belli e luminosi di tanti ragazzi e ragazze che affollano la cattedrale per incontrarsi con il loro vescovo. Sono giovani come tutti gli altri, sperimentano la fatica del vivere come tutti i loro coetanei, ma nel loro cuore è accesa quella gioia, che solo la fede in Dio può dare. Questi giovani continueranno a tenere accesa la fiaccola della fede; essi daranno un futuro alle nostre comunità ecclesiali”.