Giorno della Memoria: celebrazioni ufficiali ad Auschwitz-Birkenau terminate con preghiera ecumenica e interreligiosa
“Non essere indifferenti” è l’undicesimo comandamento che gli ex prigionieri del campo di concentramento e di sterminio Auschwitz-Birkenau hanno trasmesso ai posteri nel giorno del 75° anniversario della liberazione. Alle celebrazioni sul terreno dell’ex campo nazista lunedì pomeriggio hanno preso parte circa 200 tra gli ex prigionieri nonché rappresentanti di 60 Stati e organizzazioni internazionali, radunati sotto un grande tendone, lungo i binari che portavano le vittime dello sterminio verso la morte. La commemorazione è stata aperta dal presidente Andrzej Duda con il ricordo dello Stato polacco clandestino che durante la seconda guerra mondiale combatté gli invasori nazisti cercando anche di costruire una rete di protezione per gli ebrei, per i quali il nazifascismo prevedeva invece la “soluzione finale”. La celebrazione è terminata con una preghiera ecumenica e interreligiosa durante la quale l’ebraico Kaddish (preghiera per i defunti) è stato recitato dal rabbino Dawid Wisnia di Varsavia, sopravvissuto del campo, mentre in nome della Chiesa cattolica, dal nunzio apostolico in Polonia mons. Salvatore Pennacchio. (clicca qui)
Giorno della Memoria: Mattarella, “la Shoah monito perenne e lezione universale”
“La Shoah per il suo carattere unico e terribile trascende la dimensione storica del suo tempo e diventa monito perenne e lezione universale”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento stamani al Palazzo del Quirinale, in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria. Il capo dello Stato ha considerato “ignobile” la scritta antisemita sul muro di una casa di Mondovì. “Le leggi razziali, in Germania, come in Italia – ha ricordato –, negavano agli ebrei l’istruzione, l’affettività, il lavoro, la proprietà, la casa, la cittadinanza, i diritti. Negare l’umanità per poi sopprimere. E tutto questo avveniva nell’indifferenza di tanti”. È così che Mattarella ha considerato “l’indifferenza” come “l’anticamera della barbarie”. “Un’indifferenza diffusa. Anche in Italia”. Il capo dello Stato ha evidenziato che, nel nostro Paese, “sotto il regime fascista, la persecuzione dei cittadini italiani ebrei non fu, come a qualcuno ancora piace pensare, all’acqua di rose”. “Fu feroce e spietata. E la metà degli ebrei italiani, deportati nei campi di sterminio, fu catturata e avviata alla deportazione dai fascisti, senza il diretto intervento o specifica richiesta dei soldati tedeschi”. Infine, un monito: “Il virus della discriminazione, dell’odio, della sopraffazione, del razzismo non è confinato in una isolata dimensione storica, ma attiene strettamente ai comportamenti dell’uomo – ha chiosato Mattarella –. E debellarlo riguarda il destino stesso del genere umano”. (clicca qui)
Elezioni regionali: Conte, “Salvini esce come il grande sconfitto di questa competizione”
“Non ho cambiato idea. Avevo detto che questi sono appuntamenti elettorali regionali anche se possiamo dare loro, ed è legittimo farlo, dei significati politici. C’è stato chi ha inteso fare di questo appuntamento elettorale, ritengo impropriamente, un referendum contro o pro il governo nazionale; mi riferisco in particolare a Matteo Salvini che, per questo atteggiamento improprio esce come grande sconfitto di questa competizione. In realtà i cittadini e le comunità locali hanno inteso questo come un referendum su di lui e quindi ne esce sconfitto”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, commentando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi gli esiti delle elezioni regionali di Emilia Romagna e Calabria. “Permettetemi di complimentarmi con Stefano Bonaccini per l’Emilia Romagna e di fare gli auguri di buon lavoro anche a Jole Santelli per la Calabria. Queste comunità – ha sottolineato il premier – hanno bisogno di risposte, quindi ad entrambi formulo i migliori auspici perché queste risposte arrivino efficaci e subito”. Rispetto all’azione di governo, Conte ha affermato che “non vedo l’ora nei prossimi gironi di confrontarmi con le varie forze politiche per rilanciare, per individuare delle priorità, definire un chiaro cronoprogramma e per definire in dettaglio l’agenda per il 2023. Non dobbiamo più indulgere in smarcamenti, in rivendicazioni di spazi politici. Non possiamo più permetterci di piantare bandierine”. “La gente ci chiede buone pratiche di governo”, ha ammonito il premier, e “tutte le forze politiche saranno giudicate nel 2023 per quello che avranno fatto, non per quello che hanno promesso e non hanno realizzato”. (clicca qui)
Pontificia Accademia vita: con nuove nomine i membri arrivano a 163. Mons. Paglia, “rinnovamento nella logica dell’allargamento e dell’approfondimento”
In vista della prossima assemblea della Pontificia Accademia per la vita (26-28 febbraio 2020), dedicata al tema dell’intelligenza artificiale, la Pav rende nota la composizione aggiornata del gruppo degli accademici, suddivisi in ordinari, onorari, corrispondenti, giovani, ricordando che la nomina degli ordinari e degli onorari è riservata al Papa; al Consiglio direttivo dell’Accademia spetta la nomina degli altri, per la durata di un quinquennio rinnovabile per altre due volte. Con queste nomine gli accademici sono in tutto 163: 45 ordinari, 3 onorari, 98 corrispondenti, 17 giovani ricercatori. Queste nomine, spiega il presidente della Pav, mons. Vincenzo Paglia, sono in linea con le indicazioni del Papa: “Un rinnovamento nella duplice logica dell’allargamento e dell’approfondimento. La novità non sta certamente in un cambiamento dell’oggetto: la dottrina cattolica, la sapienza evangelica sull’immenso dono della vita umana, deve continuare ad ispirare in profondità il nostro impegno, ad illuminare tutti gli aspetti dell’umana esperienza e della cultura della vita. Ma la buona notizia del Vangelo sulla vita umana chiede di essere offerta come una fonte di ispirazione e come un tema di dialogo culturale, politico e sociale, anche e soprattutto con chi non la pensa esattamente come noi ma, come noi, ha a cuore la vita e la società umana”. (clicca qui)
Venezuela: a Mérida la denuncia dei gesuiti, “una vera e propria invasione dei nostri terreni da parte di milizie armate”
Un’“invasione” dei propri terreni e della fattoria da parte di gruppi paramilitari. Questa la denuncia del collegio gesuita di San Javier del Valle, appartenente alla rete Fe y Alegria, che si trova nel municipio di Libertador, non lontano da Mérida, nell’omonimo Stato venezuelano. La denuncia è arrivata attraverso un comunicato diffuso dal rettore del collegio, padre Gerardo Rosales. La nota spiega che le invasioni e le minacce riguardano una zona di proprietà privata, che custodisce sorgenti e zone di pregio naturalistico tra le comunità di El Valle, del Paramo Los Conejos e La Culata, e che il collegio San Javier del Valle è “appoggiato, accompagnato e seguito da vicino dal Consiglio di Norvegia, Unicef e Servizio gesuita ai rifugiati. Di conseguenza, qualsiasi aggressione, com’è a tutti gli effetti un’invasione, è un crimine non solo nazionale, ma anche a livello internazionale”. Prosegue la nota: “Fare violenza al collegio San Javier è un crimine contro 420 bambini e adolescenti, che da lunedì al venerdì vivono qui. È un delitto contro la proprietà privata, ed è un crimine ecologico”. (clicca qui)
Terremoto in Turchia: Caritas si attiva a fianco della popolazione colpita
Il 24 gennaio scorso la Turchia è stata colpita da un terremoto di magnitudo 6.8 della scala Richter, che ha causato secondo le fonti ufficiali decine di morti e oltre 1.600 feriti. Caritas Turchia e la Caritas diocesana di Anatolia si sono attivate immediatamente, recandosi sul posto e cercando di capire quali azioni intraprendere a supporto delle persone più fragili, in coordinamento con le autorità e le realtà locali. L’area più colpita è la provincia di Elazig, nell’est della Turchia, ma le continue e ripetute scosse che si sono susseguite più di recente hanno coinvolto un territorio molto più ampio, che comprende le città di Diyarbakır, Adıyaman, Batman, Kahramanmaraş e Şanlıurfa. Le autorità locali sono intervenute tempestivamente e stanno gestendo tutte le operazioni di soccorso. Il lavoro di ricognizione non è facile, ad oggi sono stati visitati in particolare i villaggi attorno alla città di Elaziğ e i due comuni di Pütürge e Doğanyol, a 1.950 mt di altitudine, che segnalano circa l’80% delle case distrutte. “Siamo addolorati per questa tragedia che ha colpito molte famiglie turche e cercheremo di sostenere Caritas Turchia affinché possa in qualche modo portare un aiuto concreto e un sostegno a chi sta soffrendo”, ha dichiarato don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana. (clicca qui)
Atti vandalici in sedi scout: vescovi Sicilia, “educazione ed esperienza di fede impauriscono chi vive nell’illegalità”
Con un comunicato stampa l’Ufficio regionale per i Giovani della Conferenza episcopale siciliana “condanna senza alcuna remora” gli attacchi perpetrati, nei giorni scorsi, all’Agesci di Sicilia ed esprime solidarietà alle comunità – cinque in tutto – che di recente sono state vandalizzate “perché beni confiscati alla mafia o per inneggiare pseudo teorie sulla razza”. Nella nota si legge che “l’attacco non è diretto solo all’Agesci, ma, inevitabilmente, alla Chiesa tutta e alla società civile”. Per questo motivo, “oltre che invitare tutti i servizi diocesani, vicariali e parrocchiali della Pastorale dei Giovani, i movimenti e le associazioni a pregare e a mostrare solidarietà alla comunità Agesci siciliana, è impellente una decisa presa di posizione contro la mafia e contro ogni ignobile azione volta a minare la comunione tra gli uomini”. “La mafia agisce e opera nel silenzio – scrive il direttivo dell’Ufficio regionale per i Giovani -, spesso servendosi dei colletti bianchi. Occorre allora prendere le distanze apertamente da questo modo di agire che uccide la vita e il futuro. Occorre altresì un serio impegno educativo che possa eliminare i nuovi germi di razzismo che, in modo sempre più frequente, si stanno diffondendo tra le nuove generazioni e non solo”. “L’educazione, la formazione e l’esperienza della fede fanno paura, minacciano chi, ancora oggi, vive nel buio dell’illegalità e dell’ignoranza”. (clicca qui)