Lavoro: Mcl Sicilia, a Messina il congresso regionale. “Dare una spinta per i giovani, superare la rassegnazione”

“Non bisogna arrendersi e scappare, ma occorre dare una spinta per i giovani, superare la rassegnazione”. È “una denuncia alla crisi economica e sociale del Mezzogiorno, alla debolezza del sistema di rappresentanza e di partecipazione dei corpi intermedi e del mondo cattolico in generale” quella che arriva dal Movimento cristiano lavoratori di Sicilia, riunito a Messina, nel fine settimana, per il 12° congresso regionale. Sul tema “Forti della nostra identità, attraverso il lavoro, costruttori di speranza in Italia e in Europa. Il sud per l’Italia” si sono confrontati 200 delegati arrivati da tutte le province siciliane.
“Diciamo con forza che non bisogna arrendersi e scappare, ma occorre dare una spinta per i giovani, superare la rassegnazione”, ha spiegato il presidente regionale Mcl, Fortunato Romano. “Chiediamo una veloce e migliore spesa pubblica – ha proseguito – ed è necessario rigenerare le politiche del lavoro e quelle sociali che siano però adeguate ed efficaci. Svegliamo le associazioni del terzo settore, i partiti, i sindacati affinché abbiano un maggior ruolo come protagonisti. Continuiamo a dare fiducia a questo Governo regionale, dal quale però ci aspettavamo un’azione più incisiva”.
Ai lavori anche il presidente generale del Movimento, Carlo Costalli, intervenuto sul rilancio del Mezzogiorno. “Oggi parliamo di Sud che deve collegarsi al Nord, un Sud che deve agganciarsi alla ripresa. Dobbiamo lavorare per l’unità del Paese. Senza il Sud, l’Italia non decolla. Noi siamo contro una cultura dell’assistenzialismo – ha detto – e una cultura delle divisioni. C’è una parte politica che lavora per le divisioni e noi dobbiamo costruire ponti per unire”.
Della necessità di unire e di accogliere ha detto l’assistente ecclesiastico nazionale don Francesco Poli a conclusione della sua riflessione su un passo di Vangelo. “Accogliere vuol dire ascoltare l’altro. Farlo entrare nella propria vita e nelle proprie case. Solo così è possibile capire i reali bisogni del prossimo. Questo il nostro ruolo per essere protagonisti della realtà”.

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