“Non ho cambiato idea. Avevo detto che questi sono appuntamenti elettorali regionali anche se possiamo dare loro, ed è legittimo farlo, dei significati politici. C’è stato chi ha inteso fare di questo appuntamento elettorale, ritengo impropriamente, un referendum contro o pro il governo nazionale; mi riferisco in particolare a Matteo Salvini che, per questo atteggiamento improprio esce come grande sconfitto di questa competizione. In realtà i cittadini e le comunità locali hanno inteso questo come un referendum su di lui e quindi ne esce sconfitto”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, commentando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi gli esiti delle elezioni regionali di Emilia Romagna e Calabria. “Permettetemi di complimentarmi con Stefano Bonaccini per l’Emilia Romagna e di fare gli auguri di buon lavoro anche a Jole Santelli per la Calabria. Queste comunità – ha sottolineato il premier – hanno bisogno di risposte, quindi ad entrambi formulo i migliori auspici perché queste risposte arrivino efficaci e subito”.
“Avevo intravisto, già mesi orsono, una parabola calante della Lega e mi sembra confermato: non è più il primo partito né in Emilia Romagna né in Calabria”, ha proseguito Conte, che – riferendosi all’episodio del citofono che ha visto protagonista Salvini – ha puntato il dito contro la “politica spettacolo durante questa campagna” elettorale. “È bene che queste modalità non abbiamo più seguito”. “Trovo veramente indegno andare in giro con le troupe e il clamore dei media a citofonare additando singoli privati cittadini, a torto o a ragione non importa, come colpevoli o responsabili di gravi comportamenti delittuosi”. “Questo – ha commentato – è veramente inaccettabile, mi ricorda della pratiche oscurantiste del passato e noi non lo possiamo accettare in una società civile, tantomeno da chi per 15 mesi ha fatto il ministro degli Interni”. “Queste – ha concluso – sono scorciatoie mediatiche spettacolari che non possiamo accettare”.