(Strasburgo) Il belga Hendrik Daems (Alde) è il nuovo presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce). Membro dell’assemblea dal 2007, è stato ministro delle telecomunicazioni in Belgio e prima ancora sindaco di Aarschot. Il suo percorso professionale è stato nel mondo dell’economia e della finanza. Eletto oggi a Strasburgo, unico candidato, succede a Liliane Maury Pasquier, al termine del biennio di presidenza. “Gli interessi dividono, ma i valori uniscono”, ha affermato Daems nel suo primo discorso da presidente. “Siamo inviati dai nostri parlamenti nazionali, ma dubito che lo siamo solo per sostenere i nostri interessi nazionali”. “Siamo qui per difendere diritti umani, stato di diritto e democrazia”, ha proseguito, riuniti in quello che è il Consiglio d’Europa, ma anche il “Consiglio degli europei”. Unità nella diversità non significa che “siamo identici ma che amiamo e sosteniamo gli stessi valori”. Esponendo le sue linee programmatiche ha avanzato la richiesta di “un nuovo protocollo alla Convenzione europea sui diritti umani” che comprenda i cambiamenti climatici; ha poi fatto riferimento alla parità di genere e alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, mente sul piano istituzionale lavorerà perché i tre organi del Consiglio (l’Assemblea, il Comitato dei ministri e il segretario generale) collaborino sotto forma di “trilogo”, per rafforzare l’impatto del lavoro dell’organizzazione.
“Abbiamo bisogno di una politica che produca risultati, dobbiamo avere un impatto sulla vita quotidiana dei nostri 830 milioni di cittadini”, ha concluso. Sua intenzione è visitare tutti i 47 Stati membri per far conoscere meglio il lavoro dell’Apce nei parlamenti nazionali: “sarò un presidente a tempo pieno”.