Con un comunicato stampa l’Ufficio regionale per i Giovani della Conferenza episcopale siciliana “condanna senza alcuna remora” gli attacchi perpetrati, nei giorni scorsi, all’Agesci di Sicilia ed esprime solidarietà alle comunità – cinque in tutto – che di recente sono state vandalizzate “perché beni confiscati alla mafia o per inneggiare pseudo teorie sulla razza”. Nella nota a firma dei direttori regionali, don Gaetano Gulotta e Umberto Confalonieti e di mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e delegato regionale per i Giovani, si legge che “l’attacco non è diretto solo all’Agesci, ma, inevitabilmente, alla Chiesa tutta e alla società civile”. Per questo motivo, “oltre che invitare tutti i servizi diocesani, vicariali e parrocchiali della Pastorale dei Giovani, i movimenti e le associazioni a pregare e a mostrare solidarietà alla comunità Agesci siciliana, è impellente una decisa presa di posizione contro la mafia e contro ogni ignobile azione volta a minare la comunione tra gli uomini”. “La mafia agisce e opera nel silenzio – scrive il direttivo dell’Ufficio regionale per i Giovani -, spesso servendosi dei colletti bianchi. Occorre allora prendere le distanze apertamente da questo modo di agire che uccide la vita e il futuro. Occorre altresì un serio impegno educativo che possa eliminare i nuovi germi di razzismo che, in modo sempre più frequente, si stanno diffondendo tra le nuove generazioni e non solo”. Nel messaggio la preoccupazione dei vertici dell’Ufficio giovani della Cesi: “L’impegno profuso verso i giovani e non solo viene minato da queste azioni ignobili che feriscono il cuore di Cristo donatosi per la salvezza e la pace tra gli uomini”. Ma l’attenzione è anche verso l’efficacia del lavoro compiuto: “L’educazione, la formazione e l’esperienza della fede fanno paura, minacciano chi, ancora oggi, vive nel buio dell’illegalità e dell’ignoranza”.