Assisi protagonista, ieri alla Camera dei deputati, nell’ambito della cerimonia per il Giorno della memoria che il presidente Roberto Fico ha voluto dedicare a Gino Bartali. Nel corso dell’evento, il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, ha inquadrato la figura di Bartali nell’ambito della rete clandestina che negli anni 1943-1944 portò alla salvezza di centinaia di ebrei e ha parlato di una testimonianza inedita appena stampata intitolata “Gli abitanti del Castelletto”, scritta da una bambina ebrea che allora aveva appena 10 anni, Mirjam Viterbi Ben Horin, nascosta e salvata ad Assisi, e che si inserisce nella storia della rete clandestina a cui ha partecipato anche il grande campione. “Bartali fu uno di quegli uomini dei quali vorremmo piene le nostre comunità religiose, e le nostre comunità civili – ha affermato il presule -. La sua fede dichiarata e praticata era sinonimo di un animo aperto, capace di dono, fino al rischio della vita. Dalla sua fede anche il coraggio di farsi postino della vita e della libertà, quando le ombre fosche del razzismo e dell’antisemitismo si annerirono all’inverosimile divenendo genocidio”. La memoria della Shoah “non è un ritualismo al quale ci si possa abituare. Le immagini di quel diabolico furore che si abbatté sugli ebrei sono un monito per la civiltà di ogni tempo”, l’avvertimento del presule, secondo il quale “quello che è una volta accaduto, può ancora una volta accadere, e non solo per gli ebrei, ma per tutti i popoli, tutte le culture, tutte le minoranze. L’uomo capace di meraviglie tecnologiche è lo stesso che può assumere il volto dello sterminatore”. Pertanto “la civiltà ha bisogno di giusti che la riscattino dalle sue più assurde involuzioni. Bartali è stato uno di questi”. La Camera ha allestito una mostra con alcuni oggetti e documenti contenuti nel Museo di Assisi che resterà aperta a Montecitorio fino al 2 febbraio. Prima della cerimonia mons. Sorrentino ha fatto omaggio di una copia del libro al presidente Fico.