“Il 75° anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau ci obbliga a contrastare con forza tutti gli atti che minacciano la dignità umana: razzismo, xenofobia e antisemitismo”: lo afferma la dichiarazione emessa dalla presidenza del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e dal presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece). Il documento sottolinea l’importanza e “lo spirito” delle parole di Papa Francesco pronunciate qualche giorno fa ai membri della delegazione del Centro Simone Wiesenthal e ribadisce: “non possiamo permettere che la verità venga ignorata o manipolata per esigenze politiche immediate”. “In questo anniversario, facciamo appello al mondo moderno per la riconciliazione e la pace, per il rispetto del diritto di ogni nazione a esistere e a vivere in libertà, a vedere riconosciuta la propria indipendenza, a mantenere la propria cultura”, scrivono i presuli, aggiungendo che “Auschwitz-Birkenau è stato il risultato di un sistema basato sull’ideologia del nazionalsocialismo che significava calpestare la dignità dell’uomo come immagine di Dio”, e che “anche un altro totalitarismo, il comunismo, ha agito allo stesso modo e abbia fatto milioni di vittime”.
Nella dichiarazione, i vescovi invitano, il 27 gennaio prossimo alle ore 15, e cioè “nell’ora della liberazione del campo Auschwitz-Birkenau” ad accendere candele e recitare preghiere “per le vittime, appartenenti a tutte le nazionalità e religioni, trucidate nei campi di sterminio, così come per i loro parenti” e auspicano che tale preghiera “possa accrescere la riconciliazione e la fraternità, di cui ostilità, conflitti distruttivi e incomprensioni alimentate sono l’opposto”.