“Dietro il traffico di esseri umani ci sono organizzazioni criminali mondiali, con ramificazioni e connivenze a ogni livello, quindi la risposta a una piaga globale non può essere locale. Nessuna nazione può sconfiggere da sola la prostituzione coatta. Solo una task force europea può mettere in comune risorse, competenze e informazioni di intelligence”. Lo ha detto oggi don Aldo Buonaiuto, sacerdote anti-tratta della Comunità Papa Giovanni XXIII, in occasione della giornata di approfondimento sul fenomeno criminale della tratta di esseri umani a scopo di prostituzione coatta organizzata a Bruxelles dall’europarlamentare Isabella Adinolfi (membro della commissione per la cultura e l’istruzione e della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere). La giornata europea contro la tratta ha tratto ispirazione dal libro d’inchiesta di don Buonaiuto “Donne Crocifisse – La vergogna della tratta raccontata dalla strada” (Rubettino, con prefazione di Papa Francesco). Il sacerdote di frontiera che prosegue l’impegno contro la tratta di don oreste Benzi per la liberazione delle schiave del sesso ha indicato anche la necessità che tutte le scuole d’ Europa si facciano carico di sensibilizzare ed educare i giovani contro lo sfruttamento. “La tratta va inserita come argomento di formazione nelle aule scolastiche dell’intero continente – ha affermato don Buonaiuto -. Ciò è fondamentale per dare speranze alle nuove generazioni e per sconfiggere l’ignoranza. I giovani devono opporsi all’ingiustizia inammissibile di vedere loro coetanei innocenti ridotti a merce umana. Le agenzie educative hanno una responsabilità decisiva”. Dal sacerdote, poi, la proposta di una “lotta condivisa” alla tratta da concertare in sede comunitaria e un appello all’Italia e agli altri Paesi dell’Ue affinché seguano le orme del modello nordico il quale disincentiva la domanda per abbattere l’offerta di questo turpe mercato. Tale proposta ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno, sanzionare i clienti delle persone costrette a prostituirsi. In base al “modello nordico”, adottato da Svezia, Norvegia, Islanda, Irlanda del Nord e Francia, dove i clienti sono penalizzati. Don Buonaiuto ha inoltre ricordato che il Parlamento europeo si è già espresso nel 2014 a favore del modello nordico esortando i governi degli Stati membri che adottano altri approcci per affrontare la questione della prostituzione a riesaminare la loro legislazione alla luce dei successi ottenuti in Svezia e negli altri Paesi che hanno introdotto il modello nordico. “Questa scelta comporterebbe significativi progressi per la lotta alla schiavitù sessuale nell’Unione europea”, ha concluso.