“Fare scelte etiche oggi significa cercare di trasformare il progresso in sviluppo, con la tecnologia al servizio della dignità della persona umana”. Lo ha sottolineato mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita (Pav), parlando questo pomeriggio ad Avezzano al convegno “Uomo on-life: tecnologia al servizio o persona bannata?”. Il convegno, organizzato dalla diocesi abruzzese, ha visto la partecipazione del vescovo Pietro Santoro. Nel suo intervento mons. Paglia ha esaminato alcune caratteristiche delle tecnologie digitali. “Nella realtà ‘iperconnessa’ in cui siamo immersi non ha più neanche senso porre la domanda se si è online o offline, perché attraverso la molteplicità di dispositivi con cui interagiamo e che interagiscono tra loro, spesso a nostra insaputa, sarebbe più corretto dire che siamo onlife: un neologismo che indica l’inestricabile intreccio tra vita umana e universo digitale”. E non basta chiedere o invocare una “educazione” per un “uso corretto” degli strumenti perché “sono molto più che strumenti: plasmano il mondo e le coscienze”. Da qui alcune proposte sviluppate dal presidente Pav: “Non basta semplicemente ragionare sulla sensibilità morale di chi fa ricerca e progetta dispositivi e algoritmi, e affidarci ad essa; occorre invece lavorare per creare corpi sociali intermedi che assicurino rappresentanza alla sensibilità etica degli utilizzatori, in tutte le fasi del processo”. Occorre “un monitoraggio inter-disciplinare per la ricerca condivisa di un’etica a proposito dell’intero percorso in cui intervengono le diverse competenze nell’elaborazione degli apparati tecnologici (ricerca, progettazione, produzione, distribuzione, utilizzo individuale e collettivo)”.