(Bruxelles) “L’educazione è un diritto umano, un bene pubblico e una responsabilità pubblica”, ma oggi “258 milioni di bambini e ragazzi non vanno a scuola”, mentre sono “617 milioni” le persone che non sanno leggere e fare i calcoli. “Meno del 40% di ragazze nella regione sub-sahariana riesce a finire gli studi e 4 milioni di ragazzi e giovani rifugiati non riescono ad andare a scuola”. Sono dati che l’Unesco pubblica oggi, in occasione della seconda Giornata internazionale dell’educazione, scandita dal motto “Imparare per le persone, il pianeta, la prosperità e la pace”. “Una crisi dell’apprendimento è anche una crisi per la prosperità, per il pianeta, per la pace e per le persone, perché l’istruzione è la chiave di tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile”, ha scritto in un “appello all’azione” Audrey Azoulay, direttrice dell’Unesco. Nel pomeriggio di oggi a Parigi si tiene una conferenza sul tema di questa Giornata internazionale, mentre durante la celebrazione delle Nazioni Unite a New York verrà presentato un nuovo strumento on line, “Education Progress”, per misurare in ogni Paese i “progressi compiuti nel raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sull’istruzione”. “Come ex insegnante, conosco il potere trasformativo dell’istruzione”, ha scritto in un tweet il segretario generale Onu, Antonio Guterres. “L’accesso universale a una educazione di qualità e adesso anche permanente è un diritto e una necessità”. “È molto importante garantire la migliore istruzione possibile per i giovani del mondo”, ha scritto la commissaria Ue Jutta Urpileinen. Nel 2019 la Commissione europea ha destinato il 10% dei propri aiuti umanitari ad aiutare i piccoli a ottenere una istruzione sicura e di qualità.