Forum economico mondiale: giovani chiedono “leadership politica ed economica che sappia passare da una visione del potere egocentrica a una eco-centrica”

Foto https://www.weforum.org/events/world-economic-forum-annual-meeting-2020

Spente le luci sulla 50ª edizione del Forum economico mondiale di Davos. Børge Brende, che ne è il presidente, ha elencato per venti minuti il “progresso reale” che su tanti temi è avvenuto in questi giorni. Alleanze, impegni, piattaforme, soldi promessi, progetti tratteggiati, colloqui e chiarimenti avvenuti. “Sono state poste le basi per un decennio di azioni concrete”, ha affermato Brende, compresi “tre programmi per sviluppare vaccini contro il coronavirus”.

Si poteva fare di più. Si poteva fare meglio e diversamente. Una immagine dall’ultima mattina del Forum può diventare il simbolo dell’auspicabile rotta futura: il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che si confronta con quattro del centinaio di giovani “global shapers”, che sono stati invitati a Davos e che hanno disseminato, lontano dai riflettori su cui l’informazione si è concentrata, le loro idee, le loro esperienze concrete sul campo e la loro voglia di cambiamento. Nel mondo, secondo dati Onu, ce ne sono 11mila di questi giovani. Guterres ha subito detto che non avrebbe parlato lui, ma che voleva “fare domande e ascoltare i giovani”. E ha cominciato: “Tra 25 anni il mondo sarà migliore o peggiore? Che cosa serve per farlo migliorare? Quali ostacoli vedete? Come cambiereste l’Onu? Che consiglio mi date per fare meglio il mio lavoro?”.

Interessanti le risposte: “Servono persone emotivamente sane”. “Serve una leadership politica ed economica che sappia passare da una visione egocentrica a una eco-centrica del potere”. Bisogna che la “prosperità diventi inclusiva” e fare leva sulla “comune umanità di tutte le persone”. “Serve cambiare la cultura delle istituzioni internazionali verso un atteggiamento più empatico”. L’Onu deve diventare trasparente e responsabile (“accountable”, in inglese), più leggero e meno burocratico, e deve diventare un “ponte tra la società civile e i governi”, dando più risonanza e sostegno alle “best practices” che in tutti gli ambiti e in tutti gli angoli del mondo la società civile ha già fatto nascere. Guterrez è stato incoraggiato a “educare le persone che incontra e i leader del mondo a uno stile di empatia” verso l’umanità e la natura, a essere un “coraggioso realizzatore all’interno della stessa Onu di quei principi di uguaglianza e inclusione di cui l’Onu si fa paladino”.

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