La concattedrale Gran Madre di Dio di Taranto compie 50 anni. Ultima opera di Gio Ponti, commissionata dall’arcivescovo di allora, mons. Guglielmo Motolese, l’edificio sacro continua a riscuotere grande interesse a livello internazionale, protagonista di esposizioni al Maxxi di Roma (in corso) e al Mad – Musée des Arts Decoratifs di Parigi (fino a maggio 2019). “Un elemento di grande soddisfazione per la Chiesa ionica – commentano dalla curia locale – per cui abbiamo promosso la sottoscrizione di un accordo finalizzato alla condivisione di un programma di attività per celebrare la concattedrale”. L’accordo è stato sottoscritto dall’arcivescovo metropolita di Taranto, mons. Filippo Santoro, dal soprintendente per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, l’architetto Maria Piccarreta e dal direttore del Dipartimento Dicar del Politecnico di Bari, Giorgio Rocco. Da febbraio 2018 – spiega l’arcidiocesi in una nota – si è avviata un’intensa attività di ricerca nella quale sono stati coinvolti cinque laureandi del corso di Laurea magistrale in Ingegneria edile-Architettura. Sono state condotte campagne di rilievo della concattedrale e contestualmente avviate ricerche archivistiche. Sono stati consultati oltre 2500 documenti originali e/o autografi conservati nell’Archivio di Stato di Taranto, l’archivio dell’Ufficio Tecnico arcivescovile, l’Archivio arcivescovo Motolese e il Csac – Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma che conserva il Fondo Ponti relativo alla concattedrale”. Nel corso del 2020 tra gli eventi celebrativi è previsto un convegno internazionale, in collaborazione con l’Ufficio nazionale Cei per i beni culturali ecclesiastici; la mostra concattedrale 1970-2020 (aprile–settembre 2020), patrocinata dal Mibact, in cui saranno esposti disegni e schizzi originali, oggetti di design, e filmati d’epoca; la pubblicazione dell’epistolario Motolese- Ponti a cura di Vittorio De Marco; la pubblicazione di una monografia, intitolata “La concattedrale. Gio Ponti a Taranto: rivelare la forma, conservare la materia”, che raccoglierà i disegni originali ed inediti. Infine, per tenere fede ad un desiderio dello stesso architetto, che ne scrisse in una lettera a mons. Motolese, a Gio Ponti verrà conferita la cittadinanza onoraria post mortem.