“Preoccupante”. Così il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, definisce “l’affermarsi di una visione radicalmente individualista ed eugenetica dell’esistenza che porta a relativizzare il bene della vita, soprattutto nelle fasi iniziali e in quelle terminali, e oggi anche di fronte a condizioni di vita non ritenute degne o sostenibili”. Il porporato lancia l’allarme alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2019/2020 dell’Università Cattolica, sede di Roma, e fa riferimento al “recente dibattito attorno a fatti di cronaca e agli interventi della Corte Costituzionale” che “mettono in evidenza l’assoluta necessità di un confronto culturale e di scelte coerenti in ambito sanitario” per garantire “la deontologia della professione medica e nello stesso tempo riconoscere la dignità di ogni vita umana tutelandola dal concepimento al suo termine naturale”. Per il presidente Cei “è davvero alto il rischio di trasformare la professione medica da un esercizio di responsabilità deontologica focalizzato sul servizio alla vita e alla salute ad un’attività di mera ‘prestazione d’opera’ a richiesta del paziente”. Di qui il “compito primario e ineludibile per un Ateneo cattolico” di “dare il proprio contributo affinché l’approccio al tema della sanità avvenga all’interno di una cultura della solidarietà e della collaborazione tra medico e paziente, nell’ottica dell’alleanza terapeutica, evitando di scivolare nelle derive pericolose di una visione eugenetica ed eutanasica, o peggio ancora in quella che Papa Francesco non esita a definire ‘cultura dello scarto’”. Infine il richiamo al monito del Pontefice nel Messaggio per l’ormai prossima Giornata mondiale del malato: “La vita va accolta, tutelata, rispettata e servita dal suo nascere al suo morire”.