Il mondo oggi è migliore di 50 anni fa e ha superato problemi che le nazioni da sole non sarebbero riuscire a superare. Ribadendo la sua profonda convinzione della necessità di dialogare e collaborare ha aperto e chiuso Angela Merkel, cancelliera della Repubblica federale di Germania, il suo intervento oggi a Davos. Nel suo discorso ha parlato di lotta ai cambiamenti climatici e di come “raggiungere gli obiettivi di Parigi sia cruciale” per il futuro della terra. Si tratta di “una trasformazione di dimensioni storiche” quella che entro il 2050 il mondo vivrà, per raggiungere la neutralità climatica: tra 30 anni “economia e stili di vita dovranno funzionare in modo nuovo”. La “trasformazione digitale” accompagnerà e aiuterà quella ecologica. Merkel ha spiegato come la Germania stia lavorando per l’obiettivo della neutralità soffermandosi sulla “incredibile divisione sociale” che questo processo sta generando, tra coloro che non pensano sia urgente e coloro (i giovani soprattutto, che hanno “un altro orizzonte temporale e ci spingono ad agire”) che lo vedono come irrinunciabile. “Come posso riconciliare questa divisione?”, si è chiesta Merkel, indicando la via del “dialogo” come unica strada, sebbene difficile nell’attuale clima di “mutismo” e antagonismo “tra fatti ed emozioni”. Merkel ha poi guardato al mondo: nella crisi dei migranti “il problema non è stato l’accoglienza delle persone che avevamo di fronte alla porta di casa, ma il non aver visto in tempo quello che sarebbe successo”. E “con la Libia oggi, si rischia una seconda Siria”. A giugno la Germania assumerà la presidenza dell’Ue con due priorità: il rapporto con l’Africa con un atteggiamento di autentica collaborazione; la definizione di una politica europea unitaria e coerente con la Cina. Al “padre” del Forum Klaus Schwab, rispondendo a una delle domande ha suggerito per l’edizione del 2021 di “invitare anche gli antagonisti e farli sedere al tavolo per confrontarsi”. Del Brexit ha detto: “La Gran Bretagna non è mai stata felice nell’Ue”.