Danimarca e Nuova Zelanda sono i Paesi percepiti come meno corretti, perciò dominano la classifica pubblicata oggi da Transparency International: si tratta dell’Indice di percezione della corruzione 2019 (Cpi). Danimarca e Nuova Zelanda sono i Paesi più virtuosi, come già l’anno scorso. Stesso discorso per il fondo del ranking, dove troviamo ancora Somalia e Sud Sudan.
In Europa oltre alla Danimarca fanno bella figura anche Finlandia e Svezia, mentre Bulgaria, Romania e Ungheria occupano le ultime tre posizioni della classifica continentale. A livello globale spiccano la caduta di Canada (-4 punti), Francia e Regno Unito (-3) mentre colpiscono in positivo la Spagna (+4) e la Grecia (+3). Tra i Paesi del G20 rimangono stabili Germania e Russia (rispettivamente con un voto di 80 e di 28 come nel 2018) mentre perdono due punti gli Usa (69 contro i 71 precedenti). L’Italia si piazza al 51° posto.
Dal 1995 l’indice di percezione della corruzione di Transparency International misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica in 180 Paesi di tutto il mondo. Lo fa basandosi sull’opinione di esperti e assegnando una valutazione che va da 0, per i Paesi ritenuti molto corrotti, a 100, per quelli “puliti”. La metodologia cambia ogni anno per riuscire a dare uno spaccato sempre più attendibile delle realtà locali.
L’11 febbraio, a partire dalle ore 16, presso l’Anac, in via Marco Minghetti 10, a Roma, i dati dell’Indice saranno commentati dal presidente di Transparency International Italia, Virginio Carnevali, e dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Francesco Merloni.