A un anno dalla nascita del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nella Chiesa, il Consiglio episcopale permanente si è soffermato sull’attività svolta in questi dodici mesi. In particolare si è evidenziato che, dopo l’approvazione in Assemblea Generale (maggio 2019) e la pubblicazione delle nuove Linee Guida della Cei (giugno 2019), sono stati compiuti “passi rilevanti”. Tra questi, si legge nel comunicato finale, si è sottolineata la costituzione per ogni Regione ecclesiastica di un “Servizio regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”, con la nomina di un vescovo incaricato per la Tutela dei minori e di un coordinatore regionale. Si sta inoltre avviando al completamento la rete dei referenti diocesani o interdiocesani, sul territorio con la conseguente costituzione di un Servizio diocesano (o interdiocesano). Entro maggio verrà comunicata l’avvenuta attivazione di questo strumento alla Nunziatura, secondo le indicazioni del Motu Proprio Vos estis lux mundi. Nel mese di marzo sono inoltre in programma tre raduni nazionali (Roma, Milano e Napoli) per incontrare i referenti diocesani e fornire indicazioni operative unitarie circa la messa in pratica delle Linee Guida e l’inizio del lavoro di prevenzione, affinché le prassi di questo organismo entrino in maniera omogenea nella pastorale ordinaria. Tutto questo si inserisce in un percorso di “rinnovamento integrale” che vede la partecipazione convinta e attiva di tutti i membri della Chiesa italiana e che si traduce in un “cambiamento autentico di sguardo, a partire dall’ascolto e dall’accoglienza delle vittime, ora poste al centro”. Intanto, il Servizio nazionale sta predisponendo strumenti operativi allegati alle Linee guida da utilizzare per l’informazione e la formazione (in vista della prevenzione) sia degli stessi referenti diocesani, sia di tutti gli altri operatori pastorali.