(Bruxelles) “La Comece apprezza molto il processo avviato dalle istituzioni Ue per una Conferenza sul futuro dell’Europa. È un’iniziativa importante avviata nel momento giusto”. Il commento rilasciato al Sir dalla Commissione degli episcopati dell’Unione europea, arriva all’indomani della pubblicazione delle proposte del Collegio von der Leyen sulla Conferenza che, prendendo avvio il prossimo 9 maggio e della durata di due anni, dovrebbe porsi in ascolto dei cittadini e della società civile, rivisitare politiche e istituzioni comunitarie per un rilancio della stessa Unione. Ma a Square de Meeûs, sede della Comece, la riflessione si articola: “C’è disappunto per il fatto che Parlamento e Commissione non menzionino esplicitamente le Chiese quali attori da coinvolgere nella Conferenza, mentre vengono sì menzionate organizzazioni della società civile e parti sociali”. La Comece, Trattati Ue alla mano, sottolinea che “lo specifico contributo delle Chiese e delle associazioni o comunità religiose, orientate al bene comune, apporterebbe elementi di grande sostanza alle relative discussioni”. L’obiettivo “è assicurare il rispetto per l’architettura dei rapporti istituzionali prevista dai Trattati, che distinguono chiaramente tra organizzazioni della società civile (art. 11 Teu) e Chiese e associazioni o comunità religiose (art. 17 Tfeu). Proprio in questa direzione, la Comece “si è espressa durante un recente incontro con la presidenza croata del Consiglio Ue, oltre che con alti esponenti della Commissione e del Parlamento”.
Infine: “Continueremo a lavorare in dialogo con le istituzioni affinché le Chiese siano integrate nella Conferenza sul futuro dell’Europa”.