“L’ospitalità spontanea e i gesti premurosi comunicano qualcosa dell’amore di Dio”. Ne è convinto il Papa, che all’inizio della catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI di fronte a 7mila persone, ha parlato del tema dell’ospitalità, al centro della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, a partire dal passo degli Atti degli apostoli che narra dell’ospitalità riservata dagli abitanti di Malta a San Paolo e ai suoi compagni di viaggio, naufragati insieme con lui, oggetto anche della catechesi di due settimane fa. “Ripartiamo dall’esperienza drammatica di quel naufragio”, l’invito di Francesco: “La nave su cui viaggia Paolo è in balia degli elementi. Da quattordici giorni sono in mare, alla deriva, e poiché né il sole né le stelle sono visibili, i viaggiatori si sentono disorientati, persi. Sotto di loro il mare s’infrange violento contro la nave ed essi temono che quella si spezzi sotto la forza delle onde. Dall’alto sono sferzati dal vento e dalla pioggia. La forza del mare e della tempesta è terribilmente potente e indifferente al destino dei naviganti: erano più di 260 persone!”. “Ma Paolo sa che non è così”, ha raccontato il Papa: “La fede gli dice che la sua vita è nelle mani di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, e che ha chiamato lui, Paolo, per portare il Vangelo sino ai confini della terra. La sua fede gli dice anche che Dio, secondo quanto Gesù ha rivelato, è Padre amorevole. Perciò Paolo si rivolge ai compagni di viaggio e, ispirato dalla fede, annuncia loro che Dio non permetterà che un capello del loro capo vada perduto”. “Questa profezia si avvera quando la nave si arena sulla costa di Malta e tutti i passeggeri raggiungono sani e salvi la terra ferma”, ha spiegato Francesco: “E lì sperimentano qualcosa di nuovo. In contrasto con la brutale violenza del mare in tempesta, ricevono la testimonianza della ‘rara umanità’ degli abitanti dell’isola. Questa gente, per loro straniera, si mostra attenta ai loro bisogni. Accendono un fuoco perché si riscaldino, offrono loro riparo dalla pioggia e del cibo. Anche se non hanno ancora ricevuto la Buona Novella di Cristo, manifestano l’amore di Dio in atti concreti di gentilezza”. “E l’ospitalità degli isolani maltesi è ripagata dai miracoli di guarigione che Dio opera attraverso Paolo sull’isola”, ha concluso il Papa: “Se la gente di Malta fu un segno della Provvidenza di Dio per l’apostolo, anche lui fu testimone dell’amore misericordioso di Dio per loro”.