“L’ospitalità è importante, è pure un’importante virtù ecumenica”, perché “significa riconoscere che gli altri cristiani sono veramente nostri fratelli e nostre sorelle in Cristo”. Lo ha detto il Papa, che ha dedicato la catechesi dell’udienza generale di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI davanti a 7mila persone, alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “Siamo fratelli”, ha proseguito Francesco a braccio: “Qualcuno ti dirà: ‘quello è protestante’, ‘quello è ortodosso’. Sì, ma siamo fratelli in Cristo”. L’ospitalità ecumenica, ha precisato il Papa riferendosi al tema della Settimana, “non è un atto di generosità a senso unico, perché quando ospitiamo altri cristiani li accogliamo come un dono che ci viene fatto”. Poi il riferimento al brano degli Atti degli apostoli in cui si narra del naufragio di San Paolo a Malta, già oggetto della catechesi di due settimane fa: “Come i maltesi – bravi questi maltesi – siamo ripagati, perché riceviamo ciò che lo Spirito Santo ha seminato in questi nostri fratelli e sorelle, e questo diventa un dono anche per noi, perché lo Spirito Santo semina le sue grazie dappertutto”. “Accogliere cristiani di un’altra tradizione – ha spiegato ancora Francesco – significa in primo luogo mostrare l’amore di Dio nei loro confronti, perché sono figli di Dio, fratelli nostri, e inoltre significa accogliere ciò che Dio ha compiuto nella loro vita”. “L’ospitalità ecumenica richiede la disponibilità ad ascoltare gli altri cristiani, prestando attenzione alle loro storie personali di fede e alla storia della loro comunità”, la raccomandazione del Papa: “Comunità di fede con altra tradizione della nostra”, l’aggiunta a braccio. “L’ospitalità ecumenica comporta il desiderio di conoscere l’esperienza che altri cristiani fanno di Dio e l’attesa di ricevere i doni spirituali che ne derivano”, ha proseguito Francesco: “E questa è una grazia, scoprire questo è una grazia”. “Penso ai tempi passati”, l’esempio scelto fuori testo: “Nella mia terra, per esempio, quando venivano alcuni missionari evangelisti, un gruppetto di cattolici andava a bruciare le tende: questo non è cristiano, siamo fratelli, siamo tutti fratelli e dobbiamo fare l’ospitalità gli uni con gli altri”.