Notizie Sir del giorno: udienza, Bassetti su migranti, Conferenza futuro Europa, Forum Davos, presidente Grecia, Chiara Lubich, Brambilla su famiglia

Papa Francesco: udienza, migranti “trattati come numeri e come una minaccia da alcuni governanti”. “Non li lasciano sbarcare nei porti”

“Oggi, il mare sul quale fecero naufragio Paolo e i suoi compagni è ancora una volta un luogo pericoloso per la vita di altri naviganti”. A farlo notare è stato il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ha citato ancora una volta il dramma delle migrazioni: “In tutto il mondo uomini e donne migranti affrontano viaggi rischiosi per sfuggire alla violenza, per sfuggire alla guerra, per sfuggire alla povertà. Come Paolo e i suoi compagni sperimentano l’indifferenza, l’ostilità del deserto, dei fiumi, dei mari…”. “Tante volte non li lasciano sbarcare nei porti”, ha aggiunto a braccio, sottolineando che “purtroppo, a volte incontrano anche l’ostilità ben peggiore degli uomini”. “Sono sfruttati da trafficanti criminali, oggi”, la denuncia di Francesco: “Sono trattati come numeri e come una minaccia da alcuni governanti, oggi. A volte l’inospitalità li rigetta come un’onda verso la povertà o i pericoli da cui sono fuggiti”. “Noi, come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l’amore di Dio rivelato da Gesù Cristo”, l’impegno chiesto dal Papa sul versante ecumenico. (clicca qui)

Migranti: card. Bassetti, serve “condivisione delle responsabilità tra tutti i Paesi europei”. “Mai rifiuto del soccorso e della prima accoglienza”

“È doveroso realizzare una condivisione delle responsabilità tra tutti i Paesi europei, che faccia sì che i compiti non ricadano solo sui Paesi di primo arrivo: questo obiettivo va perseguito in sede politica, e mai può portare al rifiuto del soccorso e della prima accoglienza di chi è in pericolo”. Così il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha affrontato il tema dei migranti, intervenendo questo pomeriggio all’incontro “Promuovere e integrare” nella Sala Koch di Palazzo Madama a Roma. “Accogliere, proteggere, promuovere, integrare”: i quattro verbi indicati dal Papa nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2018, “declinati tutti assieme”, secondo il presidente della Cei “costituiscono un programma sociale completo, che c’interpella nel profondo e rappresenta un mandato inderogabile per noi come Chiesa, e per chi, come noi, ambisce non solo a stare vicino a chi è momentaneamente in una situazione di fragilità o disagio, ma vuole comunque riconoscere in ogni persona le capacità e i talenti di cui è portatrice”. “A volte pare che in questo Paese, specie negli ultimi anni, si sia rimasti un po’ fermi”, la denuncia: “A volte non riusciamo neanche a dare compimento ai primi due verbi indicati dal Papa: accogliere e proteggere. Occorre non avere timore di ribadire che ogni vita è sacra e, se in pericolo, va salvata sempre, senza se e senza ma”. (clicca qui)

Conferenza sul futuro dell’Europa: von der Leyen (Commissione), “persone devono essere al centro di tutte le nostre politiche”

(Bruxelles) “Le persone devono essere al centro di tutte le nostre politiche. Il mio desiderio è che tutti gli europei contribuiscano attivamente alla Conferenza sul futuro dell’Europa e svolgano un ruolo guida nella definizione delle priorità dell’Unione europea. È solo insieme che possiamo costruire la nostra Unione di domani”. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha commentato da Davos, dove ha partecipato al Forum economico mondiale, la pubblicazione delle linee-guida che l’esecutivo ha reso note oggi in vista della Conferenza sul futuro dell’Europa. Il documento specifica che tale conferenza dovrebbe essere lanciata in occasione della Giornata dell’Europa, il 9 maggio 2020 a Dubrovnik (in Croazia) e durare due anni. La data prescelta corrisponde ai 70 anni della Dichiarazione Schuman, che avviò il processo di integrazione europea, e ai 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale. (clicca qui)

Forum economico mondiale: card. Turkson (Santa Sede), “la terra e i poveri stanno piangendo. Suscitare una consapevolezza globale per il cambiamento”

“La terra sta piangendo e anche i poveri stanno piangendo”. È questa la preoccupazione che spinge i leader religiosi ad essere presenti anche a Davos per parlare al cuore della grande finanza ed economia mondiale e suscitare una “consapevolezza globale per il cambiamento”. Lo ha detto il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, intervenendo questo pomeriggio a una conferenza stampa nell’ambito del Forum economico mondiale, a cui hanno preso la parola anche il patriarca ecumenico Bartolomeo I e il rabbino capo di Mosca, Pinchas Goldschmidt. “Se, come dice il Papa, la terra e i poveri piangono, significa che c’è un’emergenza da qualche parte che va ascoltata. Dobbiamo tutti cercare di fermare questo pianto. Questa è la situazione in cui stiamo vivendo. Siamo qui come ospiti del Forum economico mondiale, perché vogliamo generare una consapevolezza globale per un cambiamento”. “Facciamo in modo – ha quindi proseguito il porporato – che non siano le nuove tecnologie a determinare ciò che siamo chiamati a diventare. Vorremmo piuttosto che le tecnologie siano spese per il bene comune, il bene dell’umanità, della terra e dei suoi abitanti”. (clicca qui)
A Davos, in questi giorni, ci sono una decina di “teenage change-makers”, giovanissimi attivisti che intervengono in alcuni degli eventi del programma, a fianco dei “grandi”. Un momento è stato dedicato esclusivamente a loro e al “potere della giovinezza” per raccontare una mobilitazione che ancora cerca spazi per essere ascoltata dalla generazione degli adulti. “La natura del potere sta cambiando: non basta avere ricchezze, oggi bisogna essere in grado di mobilitare le persone”, ha osservato Micah White, fondatore del movimento “Occupy Wall street” e della “scuola per gli attivisti”. (clicca qui)

Grecia: mons. Rossolatos (vescovi cattolici), “elezione primo presidente della Repubblica donna è segnale di rinnovamento”

“Un bel segnale di rinnovamento per tutto il Paese che arriva dal nuovo esecutivo, senza nulla togliere ai precedenti. La scelta di eleggere un presidente donna indica anche che i tempi sono maturati e che la società greca si sta aprendo. Una nomina che va nella direzione di unire e compattare il Paese. Un passo importante quando si deve camminare sulla strada del risanamento dopo una crisi economica e finanziaria che ancora fa sentire i suoi effetti nel Paese. Per superare definitivamente la crisi bisogna valorizzare ogni persona capace”. Con queste parole il presidente dei vescovi cattolici greci, mons. Sebastianos Rossolatos, saluta il primo presidente della Repubblica donna, il magistrato Ekaterini Sakellaropoulou, finora presidente del Consiglio di Stato. Su Sakellaropoulou sono confluiti i voti di 261 dei 300 deputati. (clicca qui)

Chiara Lubich: Voce (presidente Focolari), “suo messaggio di estrema attualità”

In un mondo in cui “emergono continuamente correnti di particolarismi e di divisioni e sorgono nuovi muri e nuove frontiere” il messaggio di unità di Chiara Lubich è “di estrema attualità”. È questo il pensiero centrale di un videomessaggio con il quale Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, ha ricordato oggi, 22 gennaio, i 100 anni dalla nascita della fondatrice dei Focolari. La descrive come “donna che ha vissuto perché nel mondo tutti si riscoprano fratelli e si possa costruire quella famiglia dei figli di Dio unita dall’amore scambievole (…) tessendo relazioni con tutte le persone che ha incontrato, senza lasciarsi fermare da alcuna differenza di cultura, religione, sesso, etnia, età, perché era convinta che Dio è Padre di tutti e che quindi tutti gli uomini e tutte le donne sono fratelli e sorelle”. Per “non fare un ricordo nostalgico di Chiara”, la presidente invita tutti quanti hanno incontrato il carisma di Chiara Lubich, a vivere la principale caratteristica dei Focolari: “Essere persone capaci di creare relazioni, di accogliere l’altro senza pregiudizi, senza idee preconcette, senza schemi, di fare da ponte con gli altri”. (clicca qui)

Diocesi: mons. Brambilla (Novara), “oggi la famiglia è malata, ma “si può e si deve curare”. Aiutare i genitori nel “compito educativo”

Oggi “la famiglia è malata”, “potremmo dire che ha la febbre”, ma “si può e si deve curare. Come di fronte a un male di stagione, occorre fermarsi e non sottovalutare la febbre, soprattutto per gli anziani, gli adolescenti e i bambini, i più fragili”. Lo ha affermato il vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, nel Discorso di San Gaudenzio, durante la celebrazione per il patrono della diocesi e della città di Novara. “Mi sembra, tuttavia, che la febbre di questa stagione della famiglia stia proprio nel suo punto di forza – ha osservato il presule -. La famiglia italiana, infatti, dopo il secondo conflitto mondiale, è diventata gradualmente la famiglia nucleare, la ‘famiglia affettiva’, che vive in un appartamento. Questa sua vita ‘appartata’ ha rinfrancato le relazioni personali, gli affetti della coppia, la presenza di papà e mamma, la voglia di casa dei figli. Questo è il suo punto di forza!”. Tuttavia, “questo può diventare anche il punto debole, perché ha allentato il suo rapporto con le generazioni precedenti, dal momento che i nonni sono chiamati in causa solo per impegni di supplenza e di servizio”. (clicca qui)

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