“È doveroso realizzare una condivisione delle responsabilità tra tutti i Paesi europei, che faccia sì che i compiti non ricadano solo sui Paesi di primo arrivo: questo obiettivo va perseguito in sede politica, e mai può portare al rifiuto del soccorso e della prima accoglienza di chi è in pericolo”. Così il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha affrontato il tema dei migranti, intervenendo questo pomeriggio all’incontro “Promuovere e integrare”, organizzato dall’Ente nazionale del Microcredito, nella Sala Koch di Palazzo Madama a Roma. “Accogliere, proteggere, promuovere, integrare”: i quattro verbi indicati dal Papa nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2018, “declinati tutti assieme”, secondo il presidente della Cei “costituiscono un programma sociale completo, che c’interpella nel profondo e rappresenta un mandato inderogabile per noi come Chiesa, e per chi, come noi, ambisce non solo a stare vicino a chi è momentaneamente in una situazione di fragilità o disagio, ma vuole comunque riconoscere in ogni persona le capacità e i talenti di cui è portatrice”. A ciò, ha proseguito Bassetti, “si lega il desiderio di mantenere una società e una comunità umane e accoglienti, dove le differenze possano costituire un reciproco arricchimento, e le difficoltà essere una sfida per riuscire a farcela assieme”. I quattro verbi di Francesco, la tesi di Bassetti, “non rivestono un’importanza solo per i migranti e i rifugiati, ma costituiscono un atteggiamento e una capacità che dovremmo avere per chiunque abbiamo di fronte – e indipendentemente dal luogo in cui sia nato –, nel momento in cui lo riconosciamo semplicemente come una persona in difficoltà e nostro prossimo”.
“A volte pare che in questo Paese, specie negli ultimi anni, si sia rimasti un po’ fermi”, la denuncia: “A volte non riusciamo neanche a dare compimento ai primi due verbi indicati dal Papa: accogliere e proteggere. Occorre non avere timore di ribadire che ogni vita è sacra e, se in pericolo, va salvata sempre, senza se e senza ma”.