“La contrapposizione ‘porti chiusi-porti aperti’ è un falso dilemma: si tratta piuttosto di capire cosa accade a queste persone una volta arrivate in Italia”. Ne è convinto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, intervenuto all’incontro “Promuovere e integrare”, organizzato dall’Ente nazionale del microcredito, nella Sala Koch di Palazzo Madama, a Roma. “La tutela immediata della vita è cosa ben diversa da dare la possibilità di ricostruirsi una nuova vita nel Paese di asilo”, ha precisato il cardinale, secondo il quale è “proprio il dare seguito al promuovere e all’integrare che rende possibile realizzare il contributo più significativo alla costruzione di un Paese capace di riconoscere e valorizzare le differenze, affermando pari diritti e pari dignità”. “Prima che giuridica o economica, la questione migratoria è una questione di verità, rispetto e dignità”, ha affermato il presidente della Cei: “Occorre riallargare lo sguardo e aiutare tutti a capire perché tanta gente sia costretta a fuggire in condizioni così tragiche e cosa accade loro una volta arrivati in Europa”. “Il vero problema oggi non è il numero dei migranti, che negli ultimi anni non cresce più, ma la ‘cattiva accoglienza’ – la tesi di Bassetti – che fornisce sì un tetto e del cibo, ma solo quelli, senza favorire l’incontro con il territorio e senza prevedere almeno una qualche forma d’integrazione, come ad esempio corsi di lingua, corsi professionali”. Così, all’uscita da questa accoglienza “povera”, i migranti, “privi di strumenti per orientarsi nella società, vengono di fatto sospinti verso la marginalità e l’irregolarità, che alimentano la paura e l’ostilità da parte di molti cittadini italiani”.