Colombia: ieri nuovo sciopero nazionale, dopo il pellegrinaggio per porre l’attenzione su uccisioni e minacce a leader sociali. Padre De Roux, “vendetta lasci posto all’amore”

Dopo la pausa per le vacanze del periodo natalizio, in Colombia riprende anche la protesta di piazza. Ieri, martedì 21 gennaio, è stata convocata una nuova mobilitazione nazionale contro il governo del presidente Duque, in uno scenario di grande controllo, essendo in corso nella capitale colombiana un vertice internazionale con la presenza, tra gli altri, del Segretario di Stato Usa Mike Pompeo e del presidente auto-proclamato del Venezuela Juan Guaidó.
Esiste un legame tra lo sciopero e il pellegrinaggio che l’altroieri si è tenuto in vari punti della città, per pregare e gettare luce sulle tante uccisioni e minacce verso i difensori dei diritti umani. È risuonata anche una frase pronunciata da Papa Francesco lo scorso 1° gennaio: “Il mio pensiero va anche ai tanti volontari che, nei luoghi dove la pace e la giustizia sono minacciate, scelgono con coraggio di essere presenti in forma nonviolenta e disarmata”. Una riflessione che, secondo Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, “si applica anche alla realtà colombiana, dove in molti esigono dal Governo un maggior impegno nella protezione dei difensori dei diritti umani. Pensiamo all’appello lanciato dal Sir in favore del missionario laico claretiano Leyner Palacios, che il 16 gennaio, contro la sua stessa volontà, ha dovuto abbandonare il Chocó per le pesanti minacce di morte. Il tragico bilancio di questo inizio d’anno è il panorama preoccupante della violazione sistematica dei diritti umani, con 22 leader sociali assassinati in 18 giorni, due massacri in una settimana (Jamundí e Tarazá), 4mila persone sfollate nel dipartimento sud-occidentale del Tumaco. Oggi la protesta verterà anche su questo e sulla proposta di reintrodurre le fumigazioni di glifosato sulle piantagioni di coca, con grave danno alla salute delle persone e all’ambiente”.
Afferma al Sir padre Francisco De Roux, gesuita e presidente della Commissione per la Verità, nel contesto del pellegrinaggio: “Oggi questo paese è diviso da odi e inimicizie, ci impegniamo affinché i nemici trovino la riconciliazione, che la vendetta lasci il posto all’amore. Dobbiamo imparare ad essere servitori del Signore, che rivela il Regno di pace, di giustizia, di amore anche qui sulla terra. Il popolo della Colombia vede il fratello assassinato ogni giorno, un leader afro, nero, contadino, indigeno. Siamo tutti cristiani, battezzati e ci uccidiamo a vicenda, ma la società non si muove davanti a questi crimini intollerabili. Sono contadini che combattono per la loro terra, lontano dalla città, così come i popoli indigeni. Ma guai a toccare uomini potenti. Ci preoccupiamo se uno è ricco. Con i poveri non succede nulla”.

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