Forum economico mondiale: Trump, “il sogno americano è tornato più grande e più forte. Gli altri Paesi ci seguano”

Foto World Economic Forum 2020

“La prosperità sta tornando roboante a una velocità record”: Donald Trump a Davos elenca senza pause i successi dell’America da quando lui è alla guida del Paese. Snocciola numeri che attestano come “siamo nel mezzo di un boom economico come il mondo non ha mai visto” e che “il sogno americano è tornato, più grande, più bello e più forte di quanto sia mai stato”. Tutto merito di un “approccio centrato sul benessere dei lavoratori, dei cittadini e delle famiglie americane”. Un modello di riforme che ha fatto rifiorire gli investimenti, le imprese, abbassato la disoccupazione (anche per le fasce più vulnerabili), alzato i salari medio-bassi. “Invito le altre nazioni a seguire il nostro modello”, di cui è parte una “tremenda semplificazione burocratica”, ha esortato Trump. Poi ha descritto i benefici dei nuovi accordi commerciali stipulati con la Cina (“Xhi ed io ci vogliamo molto bene”), con Messico e Canada, e di quelli che rivedrà, con il Giappone e la Corea del Sud o che stipulerà con il “nuovo e meraviglioso primo ministro del Regno Unito”.

Non una parola sulla situazione mondiale. Un passaggio è stato dedicato alla “rivoluzione energetica” che Trump ha guidato, rendendo l’America energeticamente indipendente grazie a petrolio e gas naturale, oltre che “il Paese più pulito al mondo, più pulito che negli ultimi 40 anni”. Parole di sprezzo nei confronti dei “profeti di sventura” che da sempre e ovunque profetizzano cose che non avvengono: è tempo dell’“ottimismo e dell’azione”, perché “abbiamo creatività sufficiente per superare ogni sfida”. E nella conclusione, prima del “Dio vi benedica, Dio benedica l’America” finale, ha fatto riferimento alle grandi cattedrali europee per dire che “le persone normali raggiungono l’impossibile quando sono insieme, quando hanno grandi sogni e ambizioni”.

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