“È venuto meno quel tessuto culturale unitario, che permetteva di riconoscersi e parlare una lingua comune, ampiamente plasmata dalla fede e dai valori che essa ispira”. Con queste parole il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha commentato un passo del recente discorso del Papa alla Curia Romana, in cui Francesco affermava: “Non siamo più in un regime di cristianità perché la fede – specialmente in Europa, ma pure in gran parte dell’Occidente – non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa, emarginata e ridicolizzata”. “Oggi la situazione è davvero diversa”, ha affermato il cardinale introducendo i lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Roma fino al 22 gennaio, e noi “non siamo più gli unici che producono cultura, né i primi, né i più ascoltati”, come sottolinea il Papa. “Mi hanno fatto pensare alcuni titoli e commenti dei media, che si sono mostrati sorpresi davanti a questa constatazione”, ha rivelato Bassetti, secondo il quale “la fotografia messaci davanti da Papa Francesco corrisponde pienamente a quanto viviamo nelle nostre Chiese”. ”Certamente – almeno per ragioni anagrafiche – siamo stati testimoni di un tempo in cui ‘era più semplice distinguere tra due versanti abbastanza definiti: un mondo cristiano da una parte e un mondo ancora da evangelizzare dall’altra”, ha argomentato il cardinale: “Sappiamo che non funziona più così”.