Diocesi: mons. Raspanti (Acireale), “ripudiare le voglia di comando” per “non essere uomini striscianti”

“Noi acesi e siciliani traiamo ispirazione da persone che sono state martirizzate come Venera, Sebastiano, Agata e Lucia. Oggi si è uccisi quando si va contro l’opinione predominante. Il fiume della corrente sovrastante non conosce martiri. Spesso in noi è presente la falsità e ci alleiamo all’opinione comune che apparentemente è vincente. Dovremmo essere come questi grandi uomini che hanno invece preso una posizione netta e contraria a quella prevalente fino a dare la vita”. Lo ha detto il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, nell’omelia della messa che ha celebrato ieri nella basilica barocca in occasione dei festeggiamenti di san Sebastiano. “Sebastiano fu disprezzato e abbandonato nella sua quotidianità. Era un soldato modello e venne radiato successivamente dal suo lavoro per i suoi valori – ha aggiunto il presule –. Prima di andare a morire incontriamo volti dei nostri amici che ci rinnegano e che ci trafiggono l’anima e anticipano il nostro martirio. Rifiutiamo i nostri valori perché non abbiamo il coraggio di manifestarli. Diamo la nostra devozione ai martiri per chiedere la loro audacia”. Nelle parole del vescovo l’invito al coraggio: “La fede dà le motivazioni aiutando a guardarsi dentro. Ripudiamo la nostra voglia di comando e di essere approvati, altrimenti siamo uomini striscianti senza possibilità di rialzarci”. Quindi, l’invito a diventare “modelli per i nostri figli”. “Noi adulti abbiamo il dovere di trasmettere alle generazioni future questo atto di coraggio che il Signore moltiplica e premia. Troviamo la forza di rivelare coerenza, giustizia e pace qui, adesso e in questa Terra”. “Non chiedo di essere super santi – ha concluso – ma esempio per i giovani, cosicché nella nostra terra di Sicilia possano trovare serenità e lavoro. Il futuro si costruisce con atti di coraggio”.

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