Si sono svolti stamattina, alle 11.30, presso l’altare della cattedra della basilica vaticana, i funerali del card. Prosper Stanley Grech, deceduto il 30 dicembre. La liturgia esequiale è stata celebrata dal card. Giovanni Battista Re, vice decano del Collegio cardinalizio. Al termine, Papa Francesco ha presieduto il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio.
La pagina del Vangelo letta nel corso della celebrazione, riporta l’ammonimento di Gesù: “Tenetevi pronti… con le lucerne accese” e il card. Giovani Battista Re, nella sua omelia, come riferisce Vatican News, ha sottolineato l’elemento sorpresa. “La notte di Natale era qui in questa basilica a concelebrare la Messa col Santo Padre – ha affermato il porporato -. Lunedì di questa settimana era, come di solito, a tavola con la comunità agostiniana, conversando col suo carattere affabile, e poche ore dopo il Signore l’ha chiamato a sé”. Una morte improvvisa, dunque, ma che “non l’ha trovato impreparato”, ha proseguito il card. Re, perché la sua età, “94 anni la vigilia di Natale, e la sua vita consacrata a Dio nell’Ordine di Sant’Agostino lo avevano messo in attesa dell’ultima chiamata”.
Il vice decano del Collegio cardinalizio ha ripercorso l’esistenza del card. Grech, in cui centrali sono stati lo studio e l’insegnamento della Teologia, “nella piena fedeltà al Magistero della Chiesa”, prima nella sua terra e poi presso varie università romane e britanniche. “Insieme con questa straordinaria attività di studio e di insegnamento – ha evidenziato il card. Re – , padre Prospero trovò sempre il tempo per svolgere un’intensa attività pastorale nella Cappella di Santa Monica, aperta al pubblico, dove volentieri era disponibile anche per ascoltare le confessioni”. Nel concistoro del febbraio 2012, Papa Benedetto XVI lo creò cardinale assegnandogli la diaconia di Santa Maria Goretti, promuovendolo contemporaneamente all’Episcopato. Re ha ricordato anche la passione del porporato defunto per sant’Agostino e per i suoi insegnamenti della cui attualità era profondamente convinto: “In differenti occasioni egli ha affermato che Sant’Agostino, soprattutto nel libro delle Confessioni, parla di sé, della sua esperienza, ma ‘siccome si tratta dell’esperienza che l’uomo vive in ogni epoca, allora leggendo Sant’Agostino leggiamo qualche cosa di noi stessi, dei problemi della Chiesa di oggi, dei problemi della società, delle relazioni fra Stato e Chiesa e così via, perché basta leggere qualsiasi opera di Sant’Agostino che sempre si trova qualche cosa che parla direttamente al cuore’”.