Don Ernesto Soligo, decano dei sacerdoti di Treviso, morto stanotte a 100 anni, dagli anni ’90 si dedicò alle condizioni di sofferenza: movimento ciechi, ente sordomuti, carcere minorile, ospedale psichiatrico Sant’Artemio; quindi il reinserimento degli ex carcerati, la cura dei tossicodipendenti, l’accoglienza degli immigrati, l’aiuto ai poveri ed emarginati d’ogni tipo, coinvolgendo nella solidarietà le competenze amministrative, sanitarie, giudiziarie, scolastiche, economiche, e naturalmente ecclesiali. “Oltre 150 nel suo studio le foto di ragazzi morti per incidenti, droga, suicidio, malattia: i suoi figli in cielo”. Lo ricorda una nota oggi della diocesi di Treviso.
Fra i tanti gruppi, il suo “Agape”, fucina di idee, esperienze, amicizie e antesignana delle moderne tecnologie comunicative con il giornalino “La rete”. E poi la Federazione provinciale studenti Fps, laboratorio di partecipazione che ha offerto poi alla politica ed al sociale tante risorse umane. Il Gruppo ricerca informazione socio-religiosa Gris, le tante assistenze spirituali, i corsi prematrimoniali, le centinaia di coppie sposate e seguite nel percorso di vita…
“Una figura bella di sacerdote, di confratello, anche per noi della Casa del clero – racconta il direttore, mons. Maurizio De Pieri -, che ha portato la cura, l’amore e la misericordia del Signore ovunque sia stato, incarnando una ‘Chiesa in uscita’ in tutti i luoghi della vita, soprattutto nelle situazioni delicate e dolorose. Anche negli ultimi anni era capace di aggregare ancora molte persone, che venivano a fargli visita e che lo lasciavano con le stesse parole: Grazie, ci hai dato tanto, ti vogliamo bene”.
Il funerale, presieduto dal vescovo Michele Tomasi, sarà celebrato nel tempio di San Nicolò sabato 4 gennaio alle 10.30.