“Cambiando prospettiva, anche le nostre attività dovranno mettersi dalla parte sempre dei minori. Questo vuol dire – come abbiamo scritto nelle Linee guida – che ci assumiamo l’obbligo morale di denunciare tutti coloro che commettono questi tipi di reati e collaborare con l’autorità civile”. A ribadirlo è il presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori della Cei e arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni. Rispondendo in un’intervista al Sir ad una domanda sull’obbligo di denuncia, mons. Ghizzoni conferma: “È scritto chiaramente nelle Linee guida che, pur non essendo presente nella legge italiana questo tipo di obbligo, noi ce lo assumiamo. In alcuni Stati del mondo c’è l’obbligo per tutti della denuncia. Da noi non c’è, ma abbiamo deciso di assumerci lo stesso questo impegno ed abbiamo anche messo per iscritto la procedura da seguire. Non si dovrebbe scappare da questa responsabilità e chi lo fa, viola un impegno grave che i vescovi italiani riuniti in Assemblea hanno accettato. Si tratta di una piccola e grande rivoluzione che i vescovi italiani hanno votato a grandissima maggioranza”. E agli italiani, l’arcivescovo vorrebbe dire che “se fino adesso noi abbiamo reagito di fronte agli eventuali reati e peccati gravissimi che venivano commessi con provvedimenti solo interni ma troppo spesso – come si è purtroppo visto nella storia – poco efficaci, da ora in poi agiremo in modo forte e deciso collaborando con l’autorità civile. La gente lo deve sapere e aggiungo ancora che il lavoro di prevenzione che metteremo in atto nei prossimi tempi, è un lavoro che andrà a vantaggio di tutti, della comunità cristiania e speriamo, della società intorno a noi”.