“L’idea del libro è fare memoria di un luogo che dopo il 24 agosto 2016 non esiste più. Pescara del Tronto era un paesino che d’inverno contava 100 abitanti e d’estate più di mille. In una notte è scomparsa con tutte le sue abitudini, personaggi, con la sua cultura che rappresenta, come quella degli altri luoghi colpiti, la spina dorsale dell’Italia”. Lo ha detto il giornalista Marcello Filotei, autore del libro “L’ultima estate. Memorie di un mondo che non c’è più”, con introduzione di Papa Francesco, a margine della presentazione che si tenuta ieri pomeriggio, a Roma. Il volume, pubblicato da Fas Editore, racconta l’estate di Pescara del Tronto e del comprensorio di Arquata, attraverso la notte del 24 agosto 2016 quando un terremoto di magnitudo 6.0 devastò il Centro Italia.
L’autore de “L’ultima estate” ha poi fatto notare come “dopo la devastazione a resistere sia solo la memoria anche se si è trasformata in malinconia”: “Fare memoria non significa però coltivare la nostalgia di quel che è stato, chiudersi nella tristezza e nella paura. Nella storia che continua c’è, accanto alla nostalgia, una speranza di futuro”.
“Lì si viveva in una sorta di bolla spazio-temporale – ha spiegato Filotei – in cui il tempo era fermo. C’erano personaggi che avevano una loro eccezionalità, una valenza surreale: uno tra tutti, il nostro splendido fotografo che aveva un occhio di vetro, ma malgrado ciò era il più bravo ad immortalare ogni istante”. “Credo che un modo per andare avanti sia quello di rimanere agganciati alla propria tradizione, guardando al futuro per trovare soluzioni, senza che i giovani siano costretti ad andarsene. Tutto questo sarà possibile solo se ci mettiamo insieme a ripopolare quelle zone e a dare speranza a chi ha scelto di rimanere con grandi difficoltà”, ha concluso Filotei.