Maria Vingiani: Savina (Cei), “una profetessa con la lungimiranza dello Spirito”, “ha fatto la storia dell’ecumenismo italiano”

È morta questa notte Maria Vingiani, fondatrice e prima presidente (dal 1996 presidente emerita) del Segretariato attività ecumeniche (Sae), associazione di laici impegnati nell’ecumenismo che appartengono a diverse confessioni. Avrebbe compiuto in febbraio 99 anni. “Questa donna insieme ad altre donne e ad altri fratelli è tra coloro che hanno costruito e tessuto questa tela di relazioni che hanno fatto la storia dell’ecumenismo italiano e della Chiesa”, commenta a caldo don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. “Incredibile – aggiunge – che Maria sia passata alla casa del Padre oggi, 17 gennaio, giorno in cui la Chiesa italiana celebra la XXXI Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, perché fu lei a favorire questo dialogo e questa amicizia”. Savina ricorda che “fu proprio lei a far incontrare Papa Giovanni XXIII e lo storico ebreo Jules Isaac, suo amico da quando lui era andato a trovarla a Venezia. Un incontro che ha contribuito a dare alla Dichiarazione conciliare ‘Nostra Aetate’”.
Veneziana, di famiglia meridionale, poco più che adolescente (lei stessa lo raccontava) sentiva come intollerabile contraddizione la conflittualità tra la Chiesa cattolica e le varie Chiese cristiane presenti a Venezia: greco ortodossa, valdese, metodista, luterana, anglicana. “Mi domandavo: dov’è la coerenza evangelica? Dove la verità, dove l’errore? Da questo poteva nascere un disorientamento o una contestazione, ma ne venne grazie a Dio una vocazione”, spiegava Vingiani. “È stata la fondatrice del Segretariato attività ecumeniche che precede il Concilio Vaticano II”, racconta ancora il responsabili dell’Ufficio Cei. “Una profetessa con la lungimiranza dello Spirito. La sua eredità è ciò che sta vivendo adesso la Chiesa. Gli uomini e le donne di Spirito fanno ciò che la Chiesa è oggi e l’eredità di Maria Vingiani è Nostra Aetate, la Unitatis Redintegratio, anche tutti quelli che hanno fatto dell’ecumenismo uno stile di vita. Fa parte di quella schiera di uomini e donne che hanno ha raccolto la sapienza dello Spirito e gli sono stati obbedienti. Ringraziamo il Signore per il loro coraggio, la loro audacia, la loro pazienza, per tutto il tempo e l’energia che hanno dedicato perché la Chiesa oggi possa essere sempre più come la vuole il Signore”.

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