“Al Sae Maria Vingiani ha dedicato la sua vita”. “Con il Sae ha aperto strade e ha costruito ponti dove tanti cristiani e cristiane hanno imparato a conoscersi, rimuovendo lentamente i tanti pregiudizi che avevano inquinato i rapporti tra cristiani e aiutando a comprendere sempre meglio la propria identità confessionale, arricchita e non depauperata nel dialogo con l’altro”. Lo ha scritto il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieeve e presidente della Cei, ricordando Maria Vingiani, fondatrice e prima presidente del Segretariato attività ecumeniche (Sae), scomparsa la notte scorsa.
Vingiani, inoltre, “è stata coinvolta nella vita della Chiesa, in tanti altri momenti; non si può dimenticare la sua partecipazione, per tanti anni, agli organismi della Conferenza episcopale italiana incaricati di promuovere il dialogo in Italia. In questi organismi la sua voce di donna, laica, testimone del Vaticano II, chiamata alla costruzione dell’unità visibile della Chiesa, è stata un prezioso dono per far comprendere quanto prioritario era il cammino ecumenico per i cristiani, nonostante le paure e le preoccupazioni espresse da tanti di fronte alle nuove frontiere aperte dal dialogo tra cristiani”. “A lei – aggiunge Bassetti – si deve molto dell’istituzione, da parte della Conferenza episcopale italiana, di una Giornata per l’approfondimento della conoscenza del popolo ebraico, decisa in una riunione del Consiglio permanente il 28 settembre 1989, per dare un segno concreto della recezione della lettera e dello spirito del Concilio Vaticano II nella riscoperta della comune radice ebraica di tutti i cristiani. Tanto che venne scelta, come data, quella del 17 gennaio di ogni anno, alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, per riaffermare il profondo legame tra popolo ebraico e cammino ecumenico”. “Il Signore – conclude il presidente della Cei – ha voluto richiamare a sé Maria Vingiani proprio nel giorno in cui cristiani ed ebrei celebrano questa Giornata che rappresenta uno dei preziosi doni dell’eredità spirituale di Maria Vingiani che, con la sua lunga vita, anche quando le forze si erano venute riducendo, ha saputo illuminare tanti uomini e donne, non solo cristiani, per uscire dalle tenebre della divisione nella ricerca della gioia dell’unità nella diversità”.