Diocesi: Termoli-Larino, le reliquie di S. Timoteo giunte a Roma nella basilica di san Paolo fuori le Mura. Il 26 gennaio saranno a San Pietro per la messa del Papa

Con un momento di preghiera in cattedrale presieduto in mattinata dal vescovo della diocesi di Termoli-Larino, mons. Gianfranco De Luca, e la processione solenne nel centro storico della città, è iniziato il pellegrinaggio del corpo di san Timoteo da Termoli a Roma. Le reliquie del “figlio prediletto” dell’apostolo Paolo, portate in spalla di cavalieri di San Timoteo, hanno raggiunto nel pomeriggio la basilica romana di San Paolo fuori le Mura dove la delegazione formata dal vescovo, dal parroco di San Timoteo, don Benito Giorgetta, dai cavalieri e da altri rappresentanti, è stata accolta dalla comunità monastica. Ha presieduto il rito di accoglienza don Roberto Dotta, abate dell’abbazia di San Paolo fuori le Mura, alla presenza del card. J. M. Harvey, arciprete della basilica, e di mons. De Luca. L’urna contenente il corpo di san Timoteo è stata collocata sull’altare della Conversione dove resterà esposta alla venerazione dei fedeli provenienti da tutto il mondo nel corso di tutto l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani fino a sabato 25 gennaio quando Papa Francesco presiederà i Vespri solenni ecumenici in San Paolo. Domenica 26 le reliquie saranno trasferite nella basilica di San Pietro per la messa celebrata dal Pontefice in occasione della prima Domenica della Parola di Dio. Mercoledì 22 gennaio oltre mille fedeli, provenienti dalle varie realtà parrocchiali della diocesi molisana, prenderanno parte al pellegrinaggio sulla Tomba di Pietro che prevede la partecipazione all’udienza generale del Papa in Aula Paolo VI e, al termine, la professione di fede e la messa celebrata dal vescovo De Luca. “Viviamo questo evento straordinario – ha affermato il presule – con grande gioia e profonda gratitudine al Signore ma anche con un senso forte di responsabilità in una circostanza che interpella prima di tutto la nostra esistenza cristiana a livello personale e comunitario”. In tale contesto “è maturata la richiesta di poter portare le reliquie a Roma, poi diventata una richiesta del Papa nei nostri confronti e di questo gli rendiamo un grazie sincero e condiviso”.

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