Diocesi: Assisi, nelle chiese della città preghiera itinerante per l’unità del cristiani

Un ottavario itinerante nella diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “Il tema di quest’anno – dichiara Marina Zola, presidente della Commissione diocesana per l’ecumenismo – interpella i cristiani sull’accoglienza. Riflettendo sull’esperienza del naufragio di Paolo, ci interrogheremo su come affrontiamo insieme la sfida delle migrazioni, se giriamo il capo di fronte a tanta sofferenza o accogliamo con umanità”. Diversi gli approfondimenti proposti: di come “Riconciliazione: gettare il carico in mare (At 27, 18-19.21)” si parlerà, sabato 18 gennaio, alle 20.45, nel santuario della Spogliazione. Argomento che sarà ripreso nelle intenzioni del Rosario aux flambeaux celebrato nella basilica di Santa Maria degli Angeli, alle 21.15. Si rifletterà su “Luce: cercare e rendere manifesta la luce di Cristo (At 27,20)”, domenica 19 gennaio, alle 17.30, nei vespri presso la Basilica di Santa Chiara. “Speranza: il discorso di Paolo (At 27, 22.34)” è l’argomento per le riflessioni, lunedì 20 gennaio, alle 20.45, nell’Abbazia di San Pietro. E poi: “Fiducia: non aver paura, credere (At 27, 23-26)”, martedì 21 gennaio, alle 20.45, nella basilica inferiore di San Francesco; “Forza: spezzare il pane per il viaggio (At 27, 33-36)”, mercoledì 22 gennaio, alle 20.45, nella chiesa di San Leonardo/San Francescuccio; “Ospitalità: accogliere con gentilezza (At 28, 1-2.7)”, giovedì 23 gennaio, alle 20.45, nella Chiesa Nuova; “Conversione: cambiare la nostra mente e il nostro cuore (At 28, 3-6)”, venerdì 24 gennaio, alle 20.45, nella cattedrale di San Rufino. L’ottavario si concluderà, sabato 25, alle 20.45, nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva con l’approfondimento su “Generosità; ricevere e dare (At 28, 8-10)”. “Il tema di quest’anno – conclude Zola – ci invita a crescere non solo nell’ospitalità reciproca tra cristiani di diverse confessioni, percorso di unità per cui preghiamo, ma verso coloro che, per scampare a guerre, disastri naturali e povertà, affrontano viaggi per terra e per mare altrettanto pericolosi”.

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