Il 12 e il 13 gennaio i rappresentanti della Rete ecclesiastica pan-amazzonica (Repam) in Venezuela, insieme ai vescovi che hanno partecipato al Sinodo dell’Amazzonia, si sono incontrati per discutere della realtà delle diocesi e dei vicariati apostolici dell’Amazzonia venezuelana, in relazione soprattutto al processo sinodale che fa seguito all’Assemblea tenutasi in Vaticano.
A questo proposito, mons. José Ángel Divassón, vescovo emerito del vicariato apostolico di Puerto Ayacucho e presidente della Repam Venezuela, ha sottolineato l’importanza che all’incontro abbiano partecipato tutti quei soggetti ecclesiali che sostengono la missione evangelizzatrice in Amazzonia. Mons. Divassón ha affermato, inoltre, che l’incontro era finalizzato a rafforzare la responsabilità assunta dalla Repam per ripensare le sue azioni, in sintonia con il Sinodo, al fine di “rispondere alle grida della natura e dei popoli che abitano l’Amazzonia”, di fronte a “uno sfruttamento realizzato in modo assolutamente irrazionale e tale da chiudere qualsiasi prospettiva futura”.
Il presidente della Repam venezuelana, attraverso un comunicato dell’Ufficio stampa della Chiesa venezuelana, ha aggiunto: “Ci siamo uniti e abbiamo visto come mettere in relazione il nostro Venezuela con altri Paesi e con i problemi che stanno affrontando”, ha affermato mons. Divassón, che ha evidenziato inoltre il forte legame tra l’ascolto delle esigenze delle comunità amazzoniche e lo svolgimento dell’Assemblea sinodale.
Una particolare attenzione ai popoli indigeni del Venezuela viene intanto riservata anche dal Consiglio missionario nazionale (Comina) della Conferenza episcopale venezuelana. Il direttore dell’organismo, padre Ricardo Guillén, nel corso dell’assemblea del Comina che si è tenuta il 15 gennaio, ha fatto il punto sulle iniziative in atto, come le scuole di pastorale indigena nella zona di La Guajira, e ha invitato “a camminare insieme ai nostri popoli indigeni, per assumere in prima persona il compito dell’evangelizzazione”.