“In riferimento alle presunte accuse di pedofilia rivolte dal presbitero don Marino Ruggero, a mezzo stampa, a sacerdoti della diocesi di Padova, il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, ha invitato don Marino Ruggero a dargli conto delle accuse da lui mosse affinché possa vagliarne l’attendibilità e valutare le successive azioni di sua competenza”. Lo si legge in una nota diffusa ieri sera dalla diocesi di Padova.
“Il vescovo al contempo ha richiamato il presbitero alle responsabilità che si è assunto con le sue dichiarazioni e all’opportunità di rivolgersi alla Procura della Repubblica se effettivamente è in possesso di prove”, prosegue la nota.
Non solo: “Il vescovo ritiene inoltre che le generiche e pubbliche dichiarazioni di don Marino Ruggero, oltre a essere altamente lesive della reputazione della Chiesa di Padova, distraggono l’attenzione dai fatti che lo riguardano e li amplificano”. Infatti, lunedì 13 gennaio è iniziato su mandato del vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, il processo canonico nei confronti dello stesso don Marino Ruggero, presso il Tribunale ecclesiastico diocesano. Al sacerdote, “alla luce di precise accuse avvalorate da prove”, vengono contestati “comportamenti non consoni allo stato clericale, inerenti agli impegni derivanti dall’obbligo del celibato per i preti”, come spiegava un’altra nota della diocesi, diffusa il 13 gennaio. Don Ruggero ha dato le dimissioni da parroco di San Lorenzo in Roncon di Albignasego (Pd), lo scorso 2 gennaio.
Perciò, mons. Cipolla “auspica che la discussione del procedimento canonico che riguarda don Ruggero torni nell’unico luogo deputato: il tribunale ecclesiastico diocesano sul cui lavoro il vescovo ripone piena fiducia”.