L’arcidiocesi di Madrid avvia il progetto “Repara” per la prevenzione di abusi e l’attenzione alle vittime. E lo fa a partire dalla convinzione che gli abusi “implicano una forma inaccettabile di cosificazione delle persone e un degrado morale contrario all’etica più elementare e ai valori del Vangelo”. Il progetto, il cui acronimo fa riferimento a “riconoscimento, prevenzione, attenzione, riparazione nei confronti delle vittime di abusi, è coordinato dall’accademico, filosofo e professore dell’Università Pontificia Comillas, Miguel García-Baró.
L’aspetto più innovativo è che attraverso il progetto si presta attenzione a qualsiasi persona sia stata vittima di abusi, indipendentemente di chi sia stato l’aggressore e se appartenga o meno alla Chiesa cattolica.
In questo modo, spiega una nota, “si vuole offrire un servizio alla società madrilena e a tutte le vittime, partendo dal ripudio di una pratica esecrabile, generatrice di una sofferenza infinita. La Chiesa vuole così manifestare il suo fermo impegno a favore di una cultura basata sui valori, la cura e buon trattamento”.
Il progetto è partito già in uno spazio proprio fuori dalla curia, ubicato a Santa Hortensia, 5. Si può accedere al servizio il lunedì dalle ore 11 alle 13,30 e il mercoledì dalle 16,30 alle 19. Inoltre, è stato predisposto un indirizzo mail ad hoc: atencionrepara@archimadrid.es. per chi volesse telefonare, il numero è 618304666.
L’iter, che è gratuito, comunica con l’ascolto della persona e, in base a ciascun caso, includerà l’accompagnamento terapeutico, spirituale e giuridico. L’équipe multidisciplinare, coordinata da García Baró, ha fatto suo il protocollo di attuazione di fronte a un possibile caso di abusi di minori delle Scuole cattoliche, come pure i protocolli quadro della Conferenza episcopale spagnola. Ugualmente sta procedendo nell’elaborazione di un proprio protocollo che dia risposte alle necessità che si vanno scoprendo e che contempli le ultime modifiche dei regolamenti realizzate tanto dalla Chiesa quanto dalla legislazione spagnola.
Parallelamente, il progetto “Repara” si fa carico della formazione di operatori pastorali, educatori e di qualsiasi persona interessata ai protocolli e sensibile alla questione, per garantire ambienti sicuri per tutti, specialmente per i minori e per coloro che si trovano in situazione di vulnerabilità. In collaborazione con istituzioni accademiche, come l’Università Pontificia Comillas e l’Istituto Teologico di vita religiosa, che già stanno lavorando sul tema, l’iniziativa va a elaborare nuovi mezzi e a realizzare un lavoro di presa di consapevolezza. Info sul sito creato ad hoc sul progetto.