Penne Nere, Caritas diocesana veronese, Rete Donna, Ater, e Comune insieme per due nuovi alloggi a Verona destinati alle mamme in difficoltà. Ater ha dato in concessione due appartamenti. Le Penne Nere veronesi, un gruppo di una quindicina tra artigiani, idraulici, muratori, elettricisti, hanno messo a disposizione tempo e professionalità rimettendo a nuovo i due ampi spazi abitativi. Spalancandone le porte, Rete Donna – realtà attiva sul territorio e formata da varie associazioni di volontariato di cui è capofila è la Caritas Diocesana Veronese – li ha trasformati in luoghi di accoglienza e punto di ripartenza per quattro nuclei familiari, composto ciascuno da mamma e minori. Sono i due appartamenti che hanno permesso al progetto co-housing di seconda accoglienza “Due famiglie per una casa” di diventare realtà.
Obiettivo del progetto, spiega una nota, “è accogliere donne sole con figli minori e in condizioni di difficoltà per dare loro un’opportunità abitativa nell’ambito di un percorso verso l’autonomia”. Gli alloggi sono stati concessi per un periodo di 15 anni da Ater a Rete Donna affinché venissero ristrutturati ed utilizzati a favore di persone in condizioni di povertà.
In ciascuna abitazione vivono ora due nuclei familiari che coabitano condividendo gli spazi diurni. Mamme e bimbi potranno rimanere all’interno degli appartamenti fino a 18 mesi: la finalità di questi progetti educativi è infatti di permettere loro di riuscire a trovare un’altra soluzione abitativa e conquistare una maggior autonomia di vita.
Gli enti che partecipano al progetto sono Caritas diocesana veronese attraverso l’associazione San Benedetto onlus, il Centro diocesano aiuto vita, Acisjf associazione di Verona, Gruppi di Volontariato vincenziano, Associazione nazionale alpini sezione Verona e Comune di Verona. Questa mattina, a chiusura dell’incontro in cui è stato presentato il progetto, è stato poi siglato tra le parti il protocollo d’intesa “Rete Donna, co-gestione di un’accoglienza integrata”.