“A dieci anni dal terremoto ci sono ancora tantissimi problemi, sia par chi non ha ancora una casa, sia per coloro che continuano ad avere problemi fisici, oppure psicologici. Ci sono ancora chiese e cattedrali da ricostruire. Soprattutto qui c’è mancanza di tutto: cibo, soldi, casa, lavoro, assistenza sanitaria, scuola. La vita è molto difficile. Certo, molti dicono che ciò avviene anche a causa della corruzione”. Mons. Launay Saturné, arcivescovo di Cap-Haïtien e presidente della Conferenza episcopale haitiana, traccia questo bilancio al Sir, proprio nei giorni in cui si ricorda il decimo anniversario del terribile sisma che causò la morte di almeno 250mila persone (c’è chi arriva a ipotizzare la cifra di 350mila). Domenica 12 gennaio, data esatta del decennale sono state molte le messe, i momenti di preghiera, le commemorazioni. “Sì – conferma mons. Saturné – abbiamo chiesto a tutti i vescovi e a tutti i sacerdoti di promuovere una commemorazione, di celebrare una messa o una preghiera in suffragio delle vittime e per il Paese”. L’arcivescovo, preoccupato in generale per la drammatica situazione del Paese, lamenta la mancanza di una politica di prevenzione: “In altri Paesi, terremoti anche più forti di quello accaduto ad Haiti, ci sono molti meno danni e meno vittime. Quindi, abbiamo davanti a noi un grande lavoro di motivazione e coscientizzazione, di sguardo verso il futuro, di un’attenzione nuova e profetica ai problemi ecologici”.