“Sarà preparato per tutti i popoli un banchetto (Isaia, 25)”. Anche i piatti cucinati e consumati dai popoli della Bibbia saranno presenti nel menù delle serate di “Campanile chef”, la prima rassegna di cucina al via mercoledì 15 gennaio nell’ostello Gipidue a Calambrone (Pisa). La rassegna, promossa dalla San Ranieri srl in collaborazione con il settimanale regionale cattolico Toscana Oggi, prevede otto incontri in tutto: ogni squadra porterà il suo piatto preferito, ma dovrà cucinare anche un piatto assegnato dallo chef della struttura ospitante, Ivan Mosca. E qui entrerà il menù biblico ricostruito dai docenti dell’Istituto alberghiero Matteotti di Pisa. Nella prima serata, ai cuochi delle unità pastorali, ad esempio, sarà chiesto di cucinare come antipasto erbe amare con pistacchi, uva sultanina e frittelle dello scandalo, che si aggiungeranno ai piatti forti delle due squadre. I commensali saranno chiamati a votare le portate. Poi il voto continuerà su Toscana Oggi, che ogni settimana pubblicherà un tagliando chiedendo di votare la squadra preferita. Alla squadra più apprezzata la San Ranieri srl farà una erogazione liberale di mille euro, che la parrocchia o unità pastorale dovrà impegnare in un progetto legato alla sua attività istituzionale. Una erogazione liberale di 500 euro andrà invece alla seconda. “Il titolo, Campanile chef – commenta il direttore di Toscana Oggi, Domenico Mugnaini – richiama un fortunato brand del nostro settimanale, Campanile rock: per anni gruppi musicali cresciuti all’ombra dei campanili si sono esibiti nei teatri di tutta la Toscana… adesso il gioco da chitarre, tastiere e batterie si sposta a fornelli, pentoloni e mestoloni”. Ogni sera inoltre, in un talk show, condotto dai giornalisti di Toscana Oggi andrà in scena una sorta di “Prova del cuoco” in salsa parrocchiale, ove troverà spazio sempre un’intervista a un esperto che parlerà del menù biblico. “Il Vangelo – osserva don Francesco Barsotti, economo diocesano ed ideatore dell’iniziativa – indugia a lungo sul rapporto tra il Nazareno, la tavola e il cibo. Del resto mangiare insieme è una dimensione che apre alla comunione”. “Messa così, mistica e mastica non appaiono poi così lontane – spiega –. E, anzi, fanno parte di uno stesso disegno. Lo sanno bene migliaia di persone che, una o più volte all’anno, si ritrovano a tavola in un oratorio parrocchiale. Intorno alle lunghe tavole imbandite stese nel mezzo delle sale delle comunità o, all’aperto, nei giardini e ‘nelle piste’ degli oratori, si condividono esperienze di vita, nascono amicizie”.