“Abbiamo portato a termine un’idea nata 14 anni fa, che ha come obiettivo quello di offrire un itinerario religioso e di fede, ma anche culturale, storico e ambientale-naturalistico, date le ricchezze della Calabria, dove non manca davvero niente”. Lo dice al Sir Carmine Lupia, ideatore dell’iniziativa, ex presidente della riserva Valli Cupe e guida escursionistica, sulla missione del neonato “Cammino basiliano”, un itinerario di pellegrinaggio di 955 km dal nord al sud della Regione, da Rocca Imperiale a Reggio Calabria. “Quello che ci ha colpito è che la Calabria offre un cammino di Oriente in Occidente, di una ricchezza e di una profondità ineguagliabili – spiega -. Abbiamo incontrato, tra gli altri monasteri, espressione delle diverse tradizioni e presenze religiose nella nostra terra, molti siti basiliani, che favoriscono un cammino religioso e spirituale – prosegue Lupia -. Per cui pensiamo che l’esperienza basiliana faccia sintesi di quella che è stata la fede dei calabresi”. Il responsabile del cammino evidenzia che, “la prima volta i miei collaboratori e io abbiamo percorso il Cammino, abbiamo proprio cercato di immergerci nella spiritualità calabrese, incontrando peraltro le comunità albanesi e ciò che rimane di quelle grecaniche della Regione”. Il Cammino basiliano avviato in Calabria ha visto un lavoro di preparazione lungo otto anni. “Abbiamo anzitutto realizzato il percorso, poi tracciato con gps agganciandoci ai satelliti. Successivamente abbiamo annotato tutta l’accoglienza”. Volendo “raccogliere l’esempio del Cammino di Santiago”, il Cammino basiliano prevede che “ogni fine giornata il pellegrino possa trovare dove mangiare e dove dormire, grazie a diverse strutture ricettive che hanno offerto la disponibilità”.