Riepilogo

Sir: principali notizie dall’Italia e dal mondo. Bullismo e violenze a Cremona, 7 arresti. Sudan, accordo per transizione democratica

Cronaca: Cremona, bullismo giovanile e violenze nelle piazze della città. Sette arresti

I carabinieri di Cremona hanno eseguito 7 ordinanze di custodia cautelare (4 in carcere, 3 ai domiciliari) a carico di ragazzi che, con altri 18 denunciati, avevano trasformato alcune vie e piazze della città in veri e propri ring, dove si davano appuntamento, attraverso i social network, per confrontarsi o per aggredire. Gli indagati, tra i 15 e i 18 anni, prendevano di mira anche giovanissimi. Decine gli episodi di violenza postati e commentati sulla pagina di Instagram “Cremona.dissing”.

Mediterraneo: Lampedusa, nella notte attracca barchino con 14 migranti a bordo

Nuovo mini sbarco in nottata a Lampedusa, dopo quello di ieri sera con 55 persone recuperate dalle motovedette della guardia di finanza e della capitaneria. Intorno alla mezzanotte è approdato direttamente in porto l’ennesimo barchino con a bordo 14 migranti, tra i quali due donne e 4 bambini, riferisce l’Ansa. Frattanto sta facendo rotta verso l’isola il veliero Alex di Mediterranea, con 54 migranti tratti in salvo in acque Sar libiche. L’imbarcazione non è stata autorizzata dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera, che coordina l’attività di soccorso in mare, all’ingresso nelle acque territoriali italiane.

Sudan: accordo per transizione democratica fra giunta militare e coalizione della società civile

La giunta militare al potere in Sudan e la coalizione di forze della società civile del Paese hanno raggiunto un accordo di condivisione del potere: lo ha annunciato un inviato dell’Unione Africana. L’accordo, ha detto Mohammed el-Hassan Labat, include una tabella di marcia per una transizione verso un governo guidato da civili. Entrambe le parti hanno concordato di formare un consiglio sovrano congiunto che governerà il Paese per “tre anni o poco più”. Il consiglio sarà composto da cinque militari e cinque civili, mentre un’altra poltrona andrà a un civile con un background militare. L’accordo è destinato a porre fine allo stallo in cui si trova il Paese africano dopo la deposizione del trentennale autocrate Omar al-Bashir avvenuta lo scorso aprile.

Filippine: villaggio di Didipio, protesta popolare contro i soprusi di una società mineraria

Dallo scorso primo luglio, attivisti e cittadini del remoto villaggio di Didipio – 335km a nord di Manila – sono ricorsi alle barricate per fermare le operazioni di una miniera che continua ad estrarre oro e rame, nonostante la sua licenza sia scaduta. Lo sbarramento dei manifestanti – si legge in una servizio di Asianews – interrompe la strada di accesso al giacimento: nessun camion entra od esce dalla cava. La protesta, promettono gli attivisti, continuerà fino a quando le operazioni saranno sospese in via definitiva. Circa 50-100 residenti sorvegliano le barricate 24 ore su 24, sette giorni su sette. La Didipio Gold-Copper Mine è uno stabilimento di proprietà della OceanaGold Corp., colosso dell’industria mineraria con sede a Melbourne (Australia). La miniera si estende su 12mila ettari nei bacini idrografici della provincia di Nueva Vizcaya, nella regione di Cagayan Valley. Secondo i dati rilasciati dalla multinazionale australiana, lo scorso anno l’impianto ha prodotto 3,25 tonnellate d’oro e 15.239 di rame. In una petizione inviata agli enti governativi a metà giugno, Ong e comitati popolari denunciano che la compagnia “è responsabile per lo sfollamento di centinaia di famiglie, molte delle quali tribali, dal momento che si è appropriata delle loro terre e ha demolito le loro case”. “Molti residenti – si legge nel documento – sono stati truffati e non hanno ricevuto un giusto risarcimento. Nel corso della loro lotta contro OceanaGold, difensori dell’ambiente hanno pagato con le proprie libertà civili, possibilità e vite. A causa delle attività estrattive, migliaia di cittadini soffrono per acqua ed aria inquinate, deforestazione e danni all’agricoltura”.

Stati Uniti: California del sud, la vita torna alla normalità dopo la scossa sismica di ieri

Paura nel sud della California nel giorno della festa dell’Indipendenza. Erano da poco passate le 10.30 del mattino quando la più forte scossa di terremoto da decenni ha fatto tremare per almeno 30 secondi anche i grattacieli del centro di Los Angeles. Ma il sisma, di magnitudo 6.4 della scala Richter seguito da almeno altre quattro scosse di assestamento, è stato avvertito anche nella vicina Las Vegas, in Nevada. Non si registrano danni gravi o feriti. A differenza del terremoto del 1994 che provocò decine di morti e danni per miliardi di dollari, la scossa è stata molto profonda – almeno otto chilometri sotto la superficie terrestre, spiegano gli esperti – e ha avuto il suo epicentro in una zona molto remota e scarsamente popolata della Sierra Nevada, a oltre 200 chilometri da Los Angeles. La vita nella regione sta tornando alla normalità.