Lutto

Andrea Camilleri: la scrittrice Nadia Terranova, “in lui tutto coincideva, letteratura e coscienza civile”

L’ironia e l’autorevolezza, l’altissimo spessore letterario e la coscienza civile. L’invenzione di una lingua nata da un miscuglio tra italiano e siciliano e lo sguardo rispettoso e profondamente ammirato verso l’universo femminile. Così la scrittrice messinese Nadia Terranova, autrice del libro “Addio fantasmi” (Einaudi), classificato  nella cinquina del Premio Strega 2019, ricorda in una intervista al Sir il grande scrittore Andrea Camilleri, morto questa mattina all’ospedale Santo Spirito di Roma, a quasi 94 anni. Camilleri ha scritto oltre 100 libri, tra cui 27 romanzi sul commissario Salvo Montalbano e venduto in tutto il mondo 31 milioni di copie. Terranova ricorda di Camilleri “l’ironia e l’autorevolezza. Non l’ho mai conosciuto di persona ma l’ho seguito molto attentamente attraverso i suoi libri, sono andata ad ascoltarlo negli eventi pubblici. Per me è stato anche una bussola rispetto ai fatti dell’attualità. Rappresentava una voce di buon senso, autorevole, sempre molto forte”. Nei dibattiti, osserva la scrittrice, si inseriva “con toni forti ma mai aggressivi. Si vedeva che non considerava l’avversario un nemico” e permetteva a tutti “di rispecchiarsi non solo nei contenuti ma anche nei modi”. “In lui tutto coincideva, la letteratura e la coscienza civile – afferma -. Questo era incredibile. Aveva una grandissima capacità affabulatoria che chiaramente veniva fuori nelle storie che scriveva e quando parlava”. “La meraviglia di Camilleri – prosegue – è che ci vuole una vita intera per leggerlo. Dal punto di vista di uno scrittore, di una scrittrice, si prova anche una sorta di invidia per la quantità di libri scritti, mantenendo sempre una qualità molto alta, spaziando nei generi più diversi, perfino nelle favole, nel teatro”. Camilleri passerà alla storia della letteratura anche per aver inventato una lingua, “il vigatese”, un miscuglio tra italiano e siciliano. “Di questo miscuglio – risponde la scrittrice – ha fatto una sua lingua ed è stato grandioso nel restituirla sulla pagina, senza banalizzarla ma creando gli strumenti per farla comprenderla a tutti i lettori, di tutte le provenienze geografiche. Chiunque può comprendere cos’è il ‘ralogio’. Come lettori, paradossalmente, siamo tutti nelle stesse condizioni, siciliani e non”.