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Migrazioni: Lalatta (Università Bologna), “trovare bilanciamento tra circoncisione e diritti fondamentali”

“A proposito della circoncisione, credo che ci siano in gioco due macro questioni: in primis il rapporto tra pratiche rituali e diritti fondamentali quali la libertà religiosa e la libertà educativa; e poi la tensione, non il conflitto, tra i diritti fondamentali appena citati, riconosciuti nella Costituzione, e il diritto all’integrità del corpo e alla salute. È questo il nodo che va sciolto”. Lo ha detto questa mattina all’inizio del suo intervento Marina Lalatta, docente di Filosofia del diritto all’Università di Bologna, nel corso del seminario “Salute globale e migrazioni”, nell’ambito del Master in medicina delle emarginazioni, delle migrazioni, della povertà, organizzato organizzato da Caritas Roma, Fondazione di studi e ricerche Identes, Rielo Institute for Integral Development, in collaborazione con Gruppo regionale immigrazione Salute Emilia-Romagna della Società italiana di Medicina delle Migrazioni.
“Dobbiamo aver ben presente che la circoncisione è un atto medico che può avvenire per questioni non terapeutiche ma legate all’educazione e all’appartenenza a una comunità religiosa”, ha continuato la professoressa Lalatta ricordando le parole di Luigi Ferrajoli a proposito del fatto che un diritto per essere democratico deve tutelare prima di tutto il più debole e “il più debole di tutti – ha aggiunto Lalatta – è il bambino, in particolare quello povero”. Il punto centrale è quindi trovare un “bilanciamento. Si deve ragionare su quale ponderazione può esserci tra beni e diritti in gioco, attenendosi sempre all’articolo 32 della Costituzione, ma ricordando che la salute non è solo assenza di malattie ma anche appagamento nella propria comunità di appartenenza”. E infine va anche tenuto presente “il contesto di fatto in cui il bambino vive, la questione socio-economica non è irrilevante”, ha concluso.