Estradizione

Manifestazione ad Hong Kong: Francesco Sisci (sinologo), “il problema non è l’emendamento. È la mancanza di fiducia che c’è ed è cresciuta verso la Cina”

“C’è un timore e il timore è che questa legge faciliti l’estradizione di criminali da Hong Kong alla Cina. Ora, l’estradizione è una cosa civile e giusta. Il problema è la fiducia o meglio la mancanza di fiducia che c’è ed è cresciuta ad Hong Kong verso la Cina”. Parte da qui Francesco Sisci, uno dei maggiori sinologi ed esperti di Cina in Italia, per spiegare cosa ha spinto un milione di persone a scendere per strada per manifestare contro un progetto di legge presentato a Pechino che vorrebbe imporre l’estradizione forzata dei sospetti criminali verso la Cina continentale, dove verrebbero svolti i processi. “La gente di Hong Kong – spiega Sisci – teme che con questo emendamento Pechino possa facilmente chiedere l’estradizione, con l’accusa più o meno inventata, anche di dissidenti politici che vivono ad Hong Kong. Lo teme perché intanto la Cina è la Cina e perché ci sono stati casi di rapimenti di alcuni scrittori che da Hong Kong sono stati portati in circostanze non chiare in Cina. Il problema quindi non è la legge in sé. Il problema è la fiducia che la gente ha verso la Cina”. Due le opzioni. “La prima – spiega Sisci – è fare un passo indietro”. L’altra è continuare a imporre questo emendamento. “In questo caso, aumentano le tensioni esterne attorno alla Cina, che passa per sistema palesemente arrogante che ignora la volontà popolare”, mentre – sottolinea l’esperto – “facendo un passo indietro, la Cina potrebbe dimostrare al mondo di essere ragionevole. Se riesce a farlo, non lo so. È certo invece che Hong Kong è solo la punta di un iceberg di un problema più grande che è quello delle riforme strutturali e politiche. La Cina dovrebbe cominciare ad affrontare questo problema. Teme però che quando si apre il rubinetto delle riforme politiche, non si sa mai cosa viene fuori. Effettivamente è un rischio ma le riforme politiche vanno affrontate. Il Paese non può andare avanti in queste condizioni se vuole interloquire con il resto del mondo”.