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Teologia: mons. Sequeri, “a Papa Francesco non piace scrivere una sinfonia del tutto compiuta”

“A Papa Francesco non piace scrivere una sinfonia compiuta: ci dà dei temi che poi sono affidati a noi”. Lo ha detto mons. Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto teologico “Giovanni Paolo II” e curatore, con Maurizio Gronchi, della collana “I semi di Francesco”, del Gruppo Editoriale San Paolo, presentato questa sera alla Pontificia Università Gregoriana, con un Simposio su “Teologia e magistero nella Chiesa con Papa Francesco”. Il teologo ha usato la terminologia musicale per descrivere la “composizione della forma cattolica” di Bergoglio, spiegando che “la nostra capacità di comporre sulla Parola di Dio è essenziale. Dio se l’aspetta da noi: vuole suscitare risposte, e la musica fa questo lavoro da sempre”. “Chi si limita a ripetere semplicemente la stessa canzone non fa onore alla Rivelazione”, ha ammonito Sequeri, spiegando che la “forma cattolica”, come quella musicale, “usa il registro delle affinità e delle trasformazioni, e si mantiene fintanto che si traduce in evento”. “Per rendere musicale la forma cattolica è necessario avere buoni compositori e buoni strumentisti”, la ricetta del teologo, secondo il quale nella musica, come nella Chiesa “il senso della tradizione è l’antidoto salutare all’ingenuità dell’innovazione, e l’arbitrio suona male e si sente subito”. Come dice Papa Francesco, “il buon teologo ha il pensiero aperto ed incompleto”, ha concluso Sequeri.