Spiritualità

Supplica Madonna Pompei: mons. Peña Parra (Santa Sede), “preghiera e carità sono la grandezza” della città

“Pompei ci addita un mezzo semplice, ma efficace, per accogliere e mettere in pratica la Parola di Dio: la recita del Rosario. Questa indicazione è simboleggiata dal famoso quadro della Vergine ubicato in questo santuario”. Lo ha detto, stamattina, mons. Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede, nella messa che precede la supplica alla Madonna di Pompei.
“In questo santuario – ha evidenziato – accorrono pellegrini e devoti d’ogni parte d’Italia e di altre nazioni, stringendo tra le mani la corona e attirati dalla Vergine del Rosario che ci chiama ad essere dei contemplativi, come lo era Maria; ci chiama ad accogliere e ‘custodire’ la Parola di Dio, a ‘meditarla’, così da approfondirla e tradurla in vita. Questo è il senso del pellegrinaggio a Pompei: uno stimolo a vivere in una contemplazione costante, mettendosi in sincero ascolto della parola di Gesù, sempre viva e nuova; e insieme un appello a seguire il Maestro, rispondendo con generosità al suo invito a dirigerci, con Lui, verso quanti hanno bisogno della sua salvezza”. Perciò, “l’alto campanile che domina non solo la città, ma il vasto territorio che si estende ai piedi del Vesuvio, chiama a raccolta tutti i devoti nella Casa della Madre per apprendere da Lei la perenne lezione dell’amore: amore per Dio e amore per il prossimo”. Dinanzi alle calamità e ai pericoli che segnavano la vita della Chiesa e dell’umanità del suo tempo, il beato Bartolo Longo, ha ricordato mons. Peña Parra, “diffuse la devozione del Rosario, perché vedeva in questa preghiera mariana uno strumento sicuro per conseguire il bene della società e della Chiesa mediante le opere di carità”.
Dunque, “la grandezza di Pompei sta in questa duplice prospettiva: la preghiera e la carità, come l’ha ideata Bartolo Longo. Si tratta di uno stigma che resta nitido ed incisivo pur di fronte al mutare dei tempi. Nessuna forma di povertà o di emarginazione sociale ha trovato insensibile questo fedele laico che agiva nel sociale testimoniando la carità evangelica, supportato da una intensa vita di preghiera dal singolare timbro mariano. Ci si trova dinanzi ad un apostolo della misericordia che ha rivolto lo sguardo a quelle che il Santo Padre Francesco ama chiamare le ‘periferie esistenziali’, adoperandosi con generosità al recupero morale e sociale degli emarginati. Pompei è diventata, ed è tuttora, un’oasi di speranza per il Mezzogiorno d’Italia, ancora segnato da non poche problematiche e sfide”. Attorno alla venerata icona della Madonna del Rosario “è venuto a formarsi un mirabile centro spirituale che, da una parte, irradia devozione mariana e dall’altra, tramite un complesso di opere sociali, traduce l’amore verso Maria nell’amore per i fratelli, rispondendo ai bisogni della società campana, specialmente alle attese dei più poveri e di quanti sono segnati da fragilità”.
Il sostituto agli Affari generali della Segreteria di Stato ha concluso con un auspicio: “Pompei, bella e unica nel suo genere, continui ad essere un affascinante e concreto racconto di come l’amore per Dio non può essere disgiunto dall’amore al prossimo”.